Lc 21, 34-36
Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
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Queste parole di Gesù si inseriscono all’interno di un discorso escatologico, cioè sulle “cose ultime”. Ai tempi di Luca il popolo di Israele era già stato testimone della distruzione del Tempio di Gerusalemme e della diaspora, un vero e proprio dramma.
Come non pensare alle catastrofi di cui anche noi siamo testimoni nel nostro tempo: la pandemia, le guerre e le tensioni internazionali, lo sconvolgimento climatico, ma anche i cambiamenti e le sfide sociali, che accadono sempre più velocemente e sembrano talvolta implicare cambiamenti così profondi da mettere a rischio la società come la conosciamo.
Come risponde Gesù?
Gesù non fa coincidere le catastrofi con la fine del mondo, non è inutilmente pessimista o allarmista.
Non propugna neanche una fuga dal mondo, per rifugiarsi in visioni prettamente spirituali, né ingenuamente ottimista (alla “Andrà tutto bene”).
Nel versetto precedente a questi Gesù invita ad “alzare il capo”, cioè alzare gli occhi e ricordarsi della promessa di Salvezza.
Le ansie e le paure planetarie e anche personali (che caratterizzano particolarmente gli uomini occidentali in questo periodo storico) rischiano di paralizzare gli uomini, di gettarli nella disperazione.
L’invito di Gesù a vegliare è un invito a restare lucidi, sobri, e a non cercare facili evasioni dalla realtà.
I credenti possono trovare segni di speranza, di nuovo inizio e di Vita anche dove sembra di vedere solo la fine.
-Quali sono le mie ansie, paure, angosce? Quando mi sono sentito smarrito, paralizzato, disorientato dagli eventi che mi sono accaduti?
-Gesù ci invita a stare attenti a noi stessi: dove identifico i miei eccessi, i miei squilibri? Succede che le paure si manifestino in preoccupazioni eccessive per me stesso?
Come evito di chiudermi in me stesso per difendermi dalle sofferenze della vita?
-Dove vedo dei segni di speranza all’interno dei cambiamenti che vedo e che possono mettere paura?
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