Lc 15, 8-10
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”.
Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”.
Il vangelo di oggi è una delle parabole della misericordia che Gesù racconta rivolgendosi agli scribi e farisei.
Gesù li paragona a una povera donna o, qualche versetto prima, a dei pastori. Un bell’affronto per i “sapienti” del tempo.
Parole spiazzanti anche per noi oggi! A ognuno di noi sarà capitato di perdere qualcosa di importante e di mettere a soqquadro la casa per ritrovarla o setacciare palmo a palmo la zona dove abbiamo smarrito l’oggetto .
Ma per quanto si tratti di una cosa importante o sostanziale (come lo sono le monete di quella donna) qual è il loro valore rispetto a una persona?
Abbiamo la stessa cura nel cercare qualcuno che si è perso, nel riallacciare legami con amici che si sono allontanati? Sappiamo andare incontro a chi ha commesso grossi sbagli? Perché questo è il punto di questa parabola.
Dio viene a cercare ciascuno di noi, proprio quando siamo nelle nostre condizioni peggiori, quando abbiamo commesso le peggio cose e non ci amiamo più né sentiamo uno sguardo d’amore su di noi. Dio è lì che ci aspetta. E non una volta sola! Ogni volta che ci perdiamo.
E una volta ritrovato il suo figlio tanto amato, la moneta preziosa, non tiene per sé la gioia ma la condivide con tutti! Gli angeli in cielo sono in festa!
Per ognuno di noi c’è uno sguardo di misericordia e una parola di bene: diventiamo annunciatori di
questa grazia e condividiamo la gioia con la nostra comunità, i vicini di casa, la famiglia, i colleghi.
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