Subito la mente va alle vacanze, all’estate da gustare, ai ritmi lenti e al tempo che si dilata, al recuperare vicinanza fisica (avete già provato la bellezza di un vero abbraccio dopo mesi di distanziamento? Vaccinati, con mascherina e cautela comunque..)
Ripartire per un viaggio, respirare a pieni polmoni l’aria pura degli alpeggi o lasciarsi avvolgere dall’acqua e dal sole del mare, visitare le nostre belle città d’arte o scoprire altri spicchi di mondo, Covid permettendo…
Si può dire che tutto ciò fa parte della nostra dimensione “orizzontale”, che non sempre basta al nostro cuore per essere felice: a volte tutta la bellezza del mondo non colma il desiderio di infinito che sento prepotentemente dentro di me.
Ultimamente, mi ritrovo spesso a mendicare la presenza di Dio nella mia quotidianità e mi ritrovo piacevolmente stupita del fatto che meno cerco di “fare”, come se dipendesse tutto da me e più lascio le redini in mano a Lui e tutto ciò che vivo ha un gusto migliore, non esente da fatiche e tribolazioni, ma colmo di una Speranza nuova!
Vi devo confidare, però, che ho la fortuna di incontrare dei “maestri” che mi insegnano che si può vivere la vera altezza e la vera profondità, anche senza muoversi dalla propria casa, anzi, dalla propria sedia, anzi restando proprio immobili per anni, senza la possibilità nemmeno di scacciare una mosca dal viso, in un totale abbandono alla Divina Provvidenza!
Ecco l’altezza e la profondità le trovo nello sguardo di cielo della mia amica Agnese che non saprei spiegare se non con questa frase di Cesare Pavese: “TI RIDE NEGLI OCCHI LA STRANEZZA DI UN CIELO CHE NON È TUO”.
Luisella
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