Mt 5, 31-37
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno».
Non giurare mai, questo l’ammonimento di Gesù.
Non è necessario e non è in tuo potere la capacità di mantenere con assoluta certezza quello che hai giurato e promesso. Questa esortazione ci richiama al primato dei gesti sulle parole, all’imprescindibilità delle azioni di fede rispetto alle proclamazioni e manifestazioni esasperate di discorsi ricchi di buoni propositi.
Il rischio per chiunque è quello di sentirsi un po’ come gli scribi e i farisei, impeccabili nell’oratoria e nella retorica, ma insufficienti nella bontà di cuore e nella carità verso gli altri. Gesù inoltre, sembra volerci ricordare che è più indispensabile fidarci l’uno dell’altro piuttosto che chiamare in causa il Signore spergiurando nel suo nome che ciò che stiamo dicendo corrisponde a verità.
Avere fiducia nei “Sì” e nei “No” che gli altri ci rivolgono e che noi a nostra volta comunichiamo, non serve nulla di più, non serve essere politicamente corretti quando parliamo o abili manipolatori, ma serve solamente essere autentici e coerenti.
“Non essere precipitoso con la bocca e il tuo cuore non si affretti a proferire parole davanti a Dio, perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; perciò siano poche le tue parole. Infatti dalle molte preoccupazioni vengono i sogni, e dalle molte chiacchiere il discorso dello stolto. Quando hai fatto un voto a Dio, non tardare a soddisfarlo, perché a lui non piace il comportamento degli stolti: adempi quello che hai promesso. È meglio non fare voti che farli e poi non mantenerli.”
(Qoèlet 5, 1-5)
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