Gv. 12, 44-50
In quel tempo. Il Signore Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il
mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno.
Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
#fede #figlidellaLuce
Prima del suo discorso di addio (al capitolo 13 di Giovanni), Gesù richiama la “necessità” della fede.
Mentre nei versetti 37-44 sembra soffermarsi su quanto sia difficile credere, qui la fede è presentata ai discepoli come indispensabile per la vita eterna, che Dio desidera donare loro (“… il suo comandamento è vita eterna”).
È come se Gesù, poco prima di congedarsi, volesse affidare ai suoi l’insegnamento più importante: vivere da “figli della luce”. L’identità Gesù-luce non fa che sottolineare come l’accogliere Gesù costituisca per il discepolo la possibilità di uscire dalle tenebre, di non “brancolare nel buio delle incertezze” anche quando la vita sembra porre le sue sfide, di intravedere spiragli di luce anche nelle zone d’ombra del mondo.
La fede che qui è chiesta “è accoglienza di Gesù, Figlio di Dio, immagine e rivelatore del Padre che lo ha mandato. È una fede che […] nasce dalla sua Parola […] che si fa contemplazione di Gesù e che è certezza di vedere in Lui il Padre. Di conseguenza è una fede che è ascolto, nella certezza che ascoltare Gesù è ascoltare il Padre”. (Mario Galizzi).
E se un giorno accadesse che, anche guardando noi, chi ci circonda potesse vedere il Padre? Non saremmo anche noi costruttori di eternità già su questa terra, per noi e per gli altri?
Preghiamo con la liturgia di oggi:
«Mi troverete – dice il Signore –
se mi cercherete con tutto il cuore.
E vi ricondurrò liberi da tutti i luoghi
dove siete schiavi e dispersi».
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