Matteo 6, 19-24
Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona.
Occhi e cuore sono legati tra loro.
Nel linguaggio spirituale, infatti, spesso si usa la parola “contemplare” per indicare l’apertura del cuore verso la preghiera e la relazione con Dio. Ma prima ancora la contemplazione richiama il campo semantico dello sguardo, nel senso di “guardare a lungo, osservare con attenzione cosa che desti meraviglia o ammirazione”.
Gesù ci sta quindi domandando: che cosa risveglia l’attenzione del tuo sguardo e perciò del tuo cuore? Quali sono le ricchezze che tengono occupati occhi e cuore?
Non si tratta tanto di disprezzare i beni materiali o gli affetti terreni, quanto mettere in ordine le priorità.
Se i nostri occhi fossero sempre fissi su Gesù, la sua stessa luce limpida illuminerebbe il rapporto che abbiamo con il mondo e le sue cose. Allora non dovremmo più avere timore di farci travolgere dalle occupazioni di tutti i giorni, dal mondo e dai suoi beni, perché riusciremmo a vederli a goderne per quello che sono, mentre il nostro cuore rimarrebbe sempre vicino all’unico e vero tesoro e saprebbe con certezza che solo l’Amore resta alla fine di tutto.
Se uno degli aspetti che ti piacciono di più
è che abbia occhi per guardarti:
dammi occhi semplici, casti, umili, innamorati
e che sanno piangere.
Perché contemplando la bellezza Tua
possa io risplendere del tuo immenso amore.
Questo mi basta o Signore.
Canto tratto dalla preghiera di San Pietro d’Alcantara
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