La bellezza è negli occhi di chi contempla

Mercoledì della quinta settimana di quaresima

Mercoledì della quinta settimana di quaresima

Lc 18, 31-34

Il Signore Gesù prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà».

 

 

Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

#incompresione #chiamatiAdAffidarci #accoltiCoiNostriDubbi #forza

Il brano di oggi ci pone di fronte ad un dramma: l’incomprensione degli Apostoli rispetto alle parole di Gesù.

I Dodici che avevano abbandonato tutto per seguirlo, coloro che gli erano più vicini, coloro che secondo logica avrebbero dovuto capirlo meglio. Eppure non riescono a comprendere le sue Parole.

Gli Apostoli vivono un’esperienza che ci è familiare: anche noi attraversiamo periodi in cui tutto sembra senza senso, incomprensibile. Sembra che tutto il mondo attorno a noi sia ricoperto da una coltre di una fitta nebbia. La tentazione sarebbe di gettare tutto all’aria, di scappare, di lasciarsi andare.

Ma è proprio lì che Gesù ci aspetta, là dove il dolore si fa più lancinante, là dove tutto appare senza senso, ci chiama ad affidarci, ci domanda di porre in un Lui fiducia per scoprire che non siamo soli, che non dobbiamo cedere alla disperazione. Ci accoglie con i nostri dubbi, le nostre fragilità se siamo disponibili a farlo entrare nel nostro Cuore. “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap, 3,20).

In Lui attingiamo la forza per affrontare con coraggio le sfide che la vita ci pone per essere in grado di essere noi stessi la sua carezza e il balsamo per coloro che incontriamo lasciandoci plasmare dal suo Amore.

Proviamo in questa giornata a meditare su queste parole di Padre Turoldo:

Io non prego perché Dio intervenga. Chiedo la forza di capire, di accettare, di sperare. Io prego perché Dio mi dia la forza di sopportare il dolore e di far fronte anche alla morte con la stessa forza di Cristo.
Io non prego perché cambi Dio, io prego per caricarmi di Dio e possibilmente cambiare io stesso,
cioè noi, tutti insieme, le cose.
(Tratto da David Maria Turoldo, Intervista a Roberto Vinco, Il Gazzettino, 1° novembre 1991)

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