Luca 8, 42b-48
In quel tempo. Le folle si accalcavano attorno al Signore Gesù. E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non aveva potuto essere guarita da nessuno, gli si avvicinò da dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente l’emorragia si arrestò.
Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Tutti negavano. Pietro allora disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me».
Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi piedi e dichiarò davanti a tutto il popolo per quale motivo l’aveva toccato e come era stata guarita all’istante.
Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!».
Forse abbiamo conosciuto anche indirettamente persone che sono nella condizione della donna di questa pagina di Vangelo: soffrono nel corpo o nella psiche, hanno provato con mille dottori, ma non hanno trovato niente che le faccia guarire; possiamo immaginare come si sentono: si vedono senza prospettive, sono senza pace.
Ma questa donna è sicura che le basterà toccare il lembo del mantello di Gesù per guarire.
Noi vorremmo avere la fede di questa donna!
Attorno a Gesù c’era tanta gente. Per Pietro è folla, ma per Gesù erano persone! Anche se la donna gli è dietro, lui si accorge di lei. Lei lo cerca e lui le è vicino, pronto a salvarla dalla sua sofferenza.
Chiediamogli la fede di questa donna che lui ha guarito; chiediamogli di non essere distratti, in mezzo alle mille incombenze delle nostre giornate, nei confronti di chi si rivolge a noi per essere ascoltato; a partire da chi ci è più vicino in famiglia, sul lavoro, tra gli amici: non gente, ma persone.
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