Lc 18, 31-34
In quel tempo. Il Signore Gesù prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.
“..non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto”. I discepoli non capiscono le parole di Gesù, che sembrano non solo illogiche, paradossali e scandalose ma anche inconcepibili.
A dire la verità, il mistero della Croce, che è ormai avvenuto e ha portato la salvezza per tutti, resta oscuro ancora oggi per tutti noi. Quella immensa ingiustizia ci resta incomprensibile, rimane un mistero più grande di qualunque umano comprendere.
Gesù non si è sottratto a questo male ingiusto, non se ne è allontanato, non l’ha evitato, ma gli è andato incontro e lo ha capovolto, ne ha fatto dono d’amore supremo. Sì, ha trasformato la morte in vita. Ha tramutato l’odio in amore. Si è lasciato umiliare, si è svuotato di se stesso e per questo Dio lo ha esaltato.
Solo se riusciamo a entrare in questo mistero di abbassamento e di amore, possiamo riuscire ad accogliere e, a poco a poco, a capire quale salvezza ci è stata donata. Solo contemplando la croce possiamo riuscire a compiere dei passi in questo mistero.
Donaci, Signore, una vera, nuova e più approfondita conoscenza di te.
Anche attraverso le parole che non comprendiamo, fa’ che possiamo intuire con l’affetto del cuore il mistero tuo che è al di là di ogni comprendere.
Fa’ che l’esercizio di pazienza della mente, il percorso spinoso dell’intelligenza sia segno di una verità che non è raggiunta semplicemente coi canoni della ragione umana, ma è al di là di tutto e, proprio per questo, è la luce senza confini, mistero inaccessibile e insieme nutritivo per l’esistenza dell’uomo, per i suoi drammi e le sue apparenti assurdità.
Donaci di conoscere te, di conoscere noi stessi, di conoscere le sofferenze dell’umanità, di conoscere le difficoltà nelle quali si dibattono molti cuori e di ritornare a una sempre nuova e più vera esperienza di te.
C.M. Martini
1 comment
Pingback: