Luca 18, 31-34
In quel tempo. Il Signore Gesù prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà».
Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.
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Alla fine lo hanno seguito, anche se “non capivano ciò che egli aveva detto“.
A noi può sembrare incredibile che dopo tre anni non avessero ancora capito.
Del resto, noi cosa avremmo capito, se fossimo stati là con lui? Non è forse vero che dopo anni di matrimonio non possiamo dire di conoscere tutto della persona di cui siamo sposi?
La questione è non di sapere già tutto, ma di amare.
La questione non è sapere già tutto di Gesù, ma volergli bene.
I discepoli lo hanno seguito, anche senza capire perché fosse così deciso di andare a soffrire, perché gli erano amici, gli volevano bene, volevano stare con Lui.
Anche a noi può capitare che un figlio faccia delle scelte pericolose, che noi non condividiamo: cerchiamo di dissuaderlo, e se continua nei suoi propositi gli lasciamo prendere la sua strada, ma gli stiamo vicino sempre.
La fede non consiste tanto nel comprendere tutto, ma nel continuare a camminare dietro Gesù.
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