È possibile trovare nel panorama artistico moderno e contemporaneo il tema della natività di Gesù?
Indubbiamente il nostro territorio e l’Italia di borghi e tradizioni propongono mostre di presepi e diorami in innumerevoli varianti: ma il vero Natale è ancora “sentito” e affrontato dagli artisti dei nostri tempi attraverso opere innovative?
La risposta dà indubbiamente meno proposte rispetto ai secoli passati: quest’anno ci immergiamo nel mondo del Design, nello specifico in quello della ceramica, che non trova un confine ben definito tra il design artigianale e quello industriale.
L’opera che analizziamo per poi contemplarla è “Culla natività” realizzata nel 2005 in terraglia smaltata (dim L.16,5 x H.19,5 x P.9 cm) da Ambrogio Pozzi (1931-2012), uno dei più esperti designer italiani del settore della ceramica e del complemento d’arredo, vincitore di numerosi premi, che ottenne più volte segnalazioni per il premio Compasso d’oro ADI.
In questa sua scultura il design incontra il sacro, proponendoci una rilettura in chiave contemporanea del tema millenario: la purezza geometrica plasma in modo essenziale le forme più simboliche, proposte in doppia versione cromatica.
Quella di colore rosso, decisamente natalizia, colore di energia, d’amore, tipico della tavolozza stilistica dell’artista, per il quale ha ottenuto con grande maestria una significativa intensità grazie all’uso di smalti in prevalenza al selenio.
La versione parallela di colore bianco che evoca purezza, pace, eleganza e spiritualità, con l’aggiunta dell’oro destinato alle aureole di Maria e Giuseppe, volte ad impreziosire in modo raffinato e delicato la scultura natalizia, ma non al bambino Gesù, non ancora rivelatosi.
La sacra famiglia è stilizzata e iconica: non necessita di spiegazioni.
Come sfondo, l’artista ha posto un elemento slanciato verso l’alto, molteplicemente interpretabile: è palma che evoca paesaggio e narrazione, è angelo che, apparso in sogno, fornisce indicazioni per proteggere Gesù, è stella che richiama le genti tutte e indica la strada, stella a tre punte che rimanda a sua volta alla Santissima Trinità ed è anche croce, la croce di Gesù che ci anticipa il suo destino e rende concreto un altro messaggio cristiano.
La scena è inserita al centro di una corona semicircolare che funge da ampio basamento plastico e insieme da cornice. Anche questo fondamentale elemento scultoreo simboleggia nella sua geometria essenziale innumerevoli significati: una culla nella quale viene accolto il Bambinello, l’Arca che rimanda alla salvezza universale e all’alleanza tra Dio e l’Uomo.
E spontaneamente rimanda al gesto simbolico dell’abbraccio: quello che il genere umano può ritrovare quale momento di rinascita interiore in occasione del Natale, di riavvicinamento ai valori dell’umiltà e dell’essenziale, quello di un semplice abbraccio di una mamma versosuo figlio, quello di una famiglia stretta nelle gioie e nei dolori quotidiani, quello di Dio verso di noi.
Questa è una scultura che va presa tra le mani come un bambino in fasce, protetta e contemplata per il messaggio universale che semplicemente tramanda.
Va accolta tra le mani e portata nei luoghi del mondo: dai focolari domestici in festa alle sale dei musei, tutti luoghi ove la cultura viene diffusa e tramandata, anche e ancora quella cristiana del Vangelo.
Rosy Ghezzi
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