Lc 2, 18-21
In quel tempo. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
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È normale stupirsi di fronte ad un fatto incredibile, per di più raccontato da gente poco raccomandabile, come erano i pastori ai tempi di Gesù nella mentalità ebraica.
Forse non è altrettanto strano l’atteggiamento di Maria che osserva, medita, custodisce questi fatti, queste reazioni, questi incontri, chiedendosi in cuor suo il senso di questi avvenimenti, lei donna abitata dallo Spirito e illuminata dalla Grazia.
Bellissima la presenza di questa gente umile e semplice dei pastori che glorificano e lodano: chi ha cuore semplice, vive ai margini sa scorgere la novità della verità, è disponibile all’accoglienza, si fida.
In questo contesto anche Gesù vive la normalità della tradizione ebraica di essere “consegnato” al Tempio e ricevere il nome… che è tutto un programma! (basti rileggere la Seconda Lettura, Fil 2, 5-11, per intuire qualcosa della grandezza che sarà questo piccolo bimbo, “gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra”). Vocazione e Missione: questo indica il nome nella Bibbia! E non dimentichiamoci che è stato indicato da Dio: Gesù, Dio salva!
Attraverso l’offerta di questo Bambino, attraverso il Dono di Dio Padre di Suo Figlio Gesù all’umanità, attraverso la vita spesa per Amore di Gesù, noi uomini e donne siamo salvati!
Anche oggi con la ricchezza di queste poche righe, il Vangelo ci richiama all’essenzialità della vita, della fede, della presenza piccola di Dio nella storia tramite i fatti quotidiani e normali. Questo salva! La tenerezza di gesti che lascia sempre stupiti, la delicatezza delle buone parole che scaldano il cuore, un’offerta gratuita (anche di un sorriso o di un abbraccio), gli affetti di relazioni vere.
L’invito per ciascuno sia mantenere occhi aperti, cuore docile che sa stupirsi e custodire la bellezza della vita. E “Dio ci benedica con la luce del Suo volto”
Il mio augurio, dal primo all’ultimo giorno del nuovo 2023, lo rubo dalla Prima Lettura (Nm 6, 22-27), che sempre mi commuove ed è preghiera stupenda:
“Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”
Preghiamo davvero per la Pace, oggi nella 56° Giornata Mondiale ma anche in ogni altro singolo giorno dell’anno!
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