“Pace”, a quasi 20 anni dal mio primo viaggio in Palestina e dall’inizio del mio impegno con Operazione Colomba mi rendo conto di sapere ancora così poco del significato di questa parola.
Forse anche perché il suo vero significato è così vasto e profondo che non possiamo che assaporarlo solo a momenti su questa terra.
Mi riesce più facile scomporla in altre parole, alcune delle quali sono: nonviolenza, giustizia, speranza, umanità, incontro, impegno, perdono, resilienza, percorso…
Sì, percorso. Se la “Pace” è un traguardo così difficile, quasi irraggiungibile, nelle nostre possibilità sicuramente abbiamo il cammino per raggiungerla. La Pace, allora, come cammino e come cammino di popolo. Ho sempre trovato speranza nell’incontrare e condividere, accompagnare, supportare e riunire persone che desiderano la Pace. Soprattutto persone comuni, gruppi informali, piccole associazioni, nella convinzione che questo sia un desiderio che accomuna la stragrande maggioranza della gente, in tutto il mondo. Provando a viverla insieme, la Pace sembra più vicina.
In ogni viaggio, vicino o lontano, il passo più difficile per me è sempre stato il primo passo, quello che mi porta fuori dalla porta di casa, quello mi fa uscire dalle mie sicurezze, che mi porta a condividerle più che a difenderle, riscoprendo ogni volta che la sicurezza di ognuno si trova nell’incontro e nella conoscenza, nella forza delle relazioni e nella condivisione con gli altri.
Mettersi in cammino è alla portata di tutti e tutte e l’impegno per la Pace come cammino è dunque un dovere per ciascuno, ma forse è soprattutto una possibilità, possibilità per ognuno di noi di costruire una vita piena, che è piena solo se lo è per tutti, assaporandola fin dai primi passi.
Ho la fortuna di incontrare tanti e tante giovani, ed anche meno giovani, che desiderano partire con Operazione Colomba, per mettersi a fianco di chi subisce la violenza della guerra, persone che non conoscono e che talvolta vivono in luoghi pericolosi e lontanissimi dall’Italia. Questo mi ha sempre trasmesso molta energia e speranza, fiducia nei giovani e nel futuro. Ultimamente mi sentivo schiacciato dalle tragedie inimmaginabili che stavano accadendo in Ucraina e soprattutto a Gaza. Mi sentivo piccolo ed impotente. Partecipare all’ultimo corso di formazione per nuovi volontari di dicembre 2023 mi ha riacceso una piccola luce di speranza e consapevolezza. Il loro entusiasmo mi ha contagiato, ho capito quanto è importante ricominciare a costruire instancabilmente la Pace ed a tessere relazioni a partire dal piccolo, dal locale, dall’incontrare e mettersi a fianco, soprattutto dall’esserci.
Come anche Gesù ci ricorda questo tempo di Natale, il Signore non ha avuto paura di nascere come essere umano, piccolo, indifeso, povero, sperduto, tra gli esclusi di una terra sotto occupazione militare. E’ la forza disarmante ed inarrestabile della nonviolenza. Egli, fin dalla propria nascita, ci ricorda dunque quale è la strada della speranza e della Pace.
Un augurio di Pace e di buon cammino!
Marco Ghisoni, Operazione Colomba (Papà Giovanni XXIII)
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