Da oggi inizia un nuovo spazio, anzi un cammino nuovo! “Parole del SINODO”
La Chiesa italiana ha deciso il percorso da intraprendere, preparandosi fin da ora al Sinodo che culminerà nel 2025 e che vede anni e fasi di ascolto di tutti, lettura della realtà, discernimento alla luce dello Spirito.
Credo sia proprio giunto il momento di fare la nostra parte come “cercatori di belle notizie”, riproponendovi alcune riflessioni elaborate dal Gruppo Teologico di AC, nel cammino sulla sinodalità, uno stile da imparare, un modo di vivere, un metodo per fare comunità. Circa due volte al mese lanceremo alcuni spunti e domande su temi fondamentali per mettersi in discussione e avviare una conversione sinodale.
Ecco la prima parola!
POPOLO DI DIO
Ricordo ancora che uno dei primissimi incontri in parrocchia nel nascente gruppo Giovani di AC (anni 2000), tenuto da don Ivano e i due allora responsabili diocesani Francesco e Gaia, verteva proprio sulla stessa domanda da cui parte Cristina Viganò (ausiliaria diocesana e teologa) nel primo dei 10 interventi sulla sinodalità che troviamo nel testo “Dal basso, insieme” (ed In dialogo, a cura di Soncini e Zambon): chi è la Chiesa per me? Quale immagine useresti per rappresentarla e spiegarla?
Per molto tempo è stata spiegata tramite la divisione in Sacerdoti/Laici, gerarchia/fedeli e questa idea si è sedimentata a lungo – prova ne è stata l’altra sera il confronto durante il mio Consiglio Pastorale- nonostante il Concilio Vaticano II l’abbia riproposta diversamente, soprattutto nella Costituzione Lumen Gentium, che invito a riprendere in mano.
Già in questo testo si usa la categoria di “popolo di Dio”, spesso citata da papa Francesco, costituito da figli di Dio con pari dignità, senza divisioni, animato dalla carità, dal servizio al mondo, con uno stile di comunione e unità, con al centro l’accoglienza del Vangelo.
Un popolo – ricorda Viganò – vive di differenza (di carismi, servizi, compiti..) ma nell’unità (unione nello Spirito).
Ecco già queste poche sollecitazioni ci interrogano su quale sia il volto oggi delle nostre comunità ecclesiali.
Anche papa Francesco dall’inizio del suo pontificato sta lanciando continui spunti alla sua e nostra Chiesa per svegliare la nostra consapevolezza di “discepoli missionari” (EG 120): ogni cristiano in virtù del battesimo è chiamato a portare l’annuncio, a farsi “missionario”, non solo ad essere “ricettore” o “esecutore” degli insegnamenti del sacerdote.
“Un popolo dai molti volti e ciascuno di questi prezioso per il bene dell’insieme”, dice Viganò, che conclude stimolando ad accogliere l’appello alla fraternità universale, lanciato dall’Enciclica “Fratelli Tutti”, a “realizzare concrete comunità dove le relazioni siano caratterizzate dalla fraternità”: non bastano conferenze o documenti, occorre intessere rapporti nuovi da fratelli alla luce del Vangelo!
Due domande lasciate dall’autrice:
- Quali sono le modalità di relazione che si vivono all’interno della mia comunità?
- Quali immagini di Chiesa alimentano la mia comunità, a partire da consiglieri pastorali, catechiste, clero, persone che incontriamo nelle varie proposte pastorali?
L’invito è lasciarci le vostre risposte o, meglio ancora, contattare il vostro parroco/responsabile di associazione-movimento-gruppo, coinvolgere le persone che sono interessate (anche fuori dal solito recinto ecclesiale), aprire un confronto e poi condividere le vostre risposte! Aspettiamo con gioia i vostri suggerimenti.
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