“Ma quale è la vera letizia?”. “Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, alI’estremità della tonaca, si formano dei ghiaccioli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: “Chi è?”. Io rispondo: “Frate Francesco”. E quegli dice: “Vattene, non è ora decente questa, di andare in giro, non entrerai”. E poiché io insisto ancora, I’altro risponde: “Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te”. E io sempre resto davanti alla porta e dico: “Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte”. E quegli risponde: “Non lo farò. Vattene al luogo dei
Crociferi e chiedi là”. Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima”.
Sono Elisa e ho 33 anni. Il Signore mi ha fatto un regalo grande, il dono della Fede. Ce l’ho, non è merito mio. E sempre grazie a lui l’ho sempre coltivato, tanto da decidermi dopo un lungo cammino di consacrarmi a Lui. Ero felice e convinta, con le consapevolezze di allora.
Poco dopo capisco che c’è qualcosa che non va, mi manca fortemente qualcosa. Mi manca un pezzo di me che fino a quel momento non era mai stato messo in discussione, non era mai stato nemmeno contemplato.
Una cosa che per me non poteva nemmeno esistere. Capisco di amare una persona, da tanto, profondamente. Ma quella persona è una donna.
Ma com’è possibile? E ora? Decido di andare a fondo. Sono spaccata in due. Chiedo aiuto. Lo cerco disperatamente ma non lo trovo. Sto malissimo. Busso le porte di preti, di consacrate. Di fratelli e sorelle nella fede. Chi più di loro più aiutarmi?
Ma quelle porte non si aprono. Decido di non rinnovare i voti e di provare ad essere quella che sono, nella verità.
Io e Daniela siamo insieme da 6 anni. Ci amiamo moltissimo e vogliamo passare tutta la vita insieme. Per stare insieme abbiamo dovuto lottare tanto, abbiamo perso i nostri fratelli nella fede, amici cari. Abbiamo dovuto accettare il fatto che proprio nella chiesa ci sono persone, sacerdoti e consacrate che non ci accolgono. L’omosessualità fa paura.
Ma io, Elisa, perché ti faccio paura? Tu che mi conosci, di cosa hai paura? E tu che non mi conosci, vuoi farlo?
Tante porte sono ancora chiuse. Qualcuna si è aperta. La mia fede nonostante tutto è ancora lì, e mi dà la forza di bussare e ribussare con le lacrime agli occhi alle porte di questa chiesa che ha paura di essere quella Madre pensata da Dio Padre.
Elisa
2 comments
Ilaria Schiorlin
17/11/2023 at 7:30 amGrazie Elisa, proprio domenica scorsa al corso fidanzati mi chiedevo perché qua tra noi non ci sono coppie omosessuali? Perché non fare comunque un cammino assieme a loro nell’universalità dell’amore? Credo che si potrà essere Chiesa Cattolica (universale) quando si avrà il coraggio di camminare assieme e non in compartimenti stagni. Grazie della tua testimonianza.
Elisa
30/12/2023 at 9:17 amGrazie Elisa! Grazie Ilaria!
Sono Elisa, unita civilmente da 4 anni a mia moglie Sara. Siamo entrambi credenti praticanti e capiamo bene quanto vissuto da Elisa e Daniela. Prima dell’unione, inaspettatamente, abbiamo frequentato un corso di preparazione al matrimonio con coppie etero e con una coppia di ragazzi. È stata un’esperienza arricchente per tutti che ha mostrato quanto nelle relazioni umane e con Dio conti L’Amore che si manifesta con le stesse dinamiche. Ringraziamo sempre fra Paolo per averci accolte in questo corso e fatto vivere ciò che dovrebbe essere normalità. Da quest’esperienza e dall’amicizia con fra Paolo è nato un gruppo familiare di coppie credenti,etero e omo, con cui condividiamo un cammino di fede significativo…universale! Stiamo anche vivendo l’esperienza stupenda dell’affido familiare e nuovamente sperimentando le meraviglie che Dio sa donarci affidandoci a Lui.
Il nostro motto è “abbasso i moggi” perché l’Amore di Dio per ciascuno dei suoi figli possa risplendere così come Lui ci ha fatti e amati. Continuiamo a camminare insieme nella quotidianità delle nostre relazioni, accogliendo e intrecciando storie di vita vera.