La bellezza è negli occhi di chi contempla

Promessa

Promessa

Quante volte abbiamo promesso? Quante volte il nostro cuore è volato in questo meraviglioso slancio di fedeltà verso qualcuno? ma anche quante volte le nostre promesse sono state disattese o sono costate caro? Quanto
il nostro limite ha spinto per emergere in modo prepotente e umiliante?

Le nostre promesse spesso sono impossibili da mantenere, oppure riempite del nostro orgoglio e della nostra autosufficienza. A volte rimangono parole, propositi non compiuti. Ma questo quanta sofferenza genera in noi e negli altri…
A volte ci si sente talmente pieni di sè da promettere anche la vita.

Appena ci è stata affidata questa parola si sono aperte due piste nel nostro cuore: la prima legata alle promesse degli sposi il giorno delle nozze, la seconda alla promessa di Dio al suo popolo e quindi anche a noi.

Rileggendo le parole delle promesse nuziali ci rendiamo conto di quanto sia fondamentale l’introduzione:
“Con la grazia di Cristo prometto…”. In queste parole crediamo stia la LIBERTÀ della nostra fede e si riveli molto della POTENZA DI DIO.

Solo Lui può colmare il divario tra il mio limite e la promessa. L’ “esserti fedele sempre” , che segue nella formula del rito del matrimonio, già ci fa scontrare con la nostra incapacità, ci mette di fronte all’essere più piccoli di quel PER SEMPRE che sa di eternità e che solo Lui può rendere realizzabile.

Solo l’Amore può colmare il divario grande tra il mio peccato e la vita nella pienezza. Quel “sempre” ci spiazza e ci ricorda la fedeltà bella di Dio nostro Padre che non si stanca mai del suo popolo, nemmeno se adora altri dei (Es 32), nemmeno se si dimentica di Lui (Is 53,6; Ger 2,32). Perché sì, ci si può dimenticare dell’Onnipotente e onnipresente, nonostante tutto ci parli di Lui.

Noi siamo in grado di non vedere e non sentire la sua opera, la sua presenza. Ma la caratteristica meravigliosa del nostro Dio è che nonostante noi, Lui è fedele sempre. Se si sfoglia la Bibbia si può vedere come il Padre non venga mai meno alla promessa, Lui gioca sempre al rialzo per rassicurarci che non può rinunciare a noi.

Colui che è il tutto ha bisogno di noi, non per adorarlo e servirlo, ma per poter esprimere ciò che è, la sua essenza, il suo essere più autentico e profondo: AMORE e COMUNIONE.
Non si stanca mai di dircelo al punto che suo Figlio si offre perché l’amore del Padre sia visibile fino in fondo, Lui rinuncia al Figlio per amore dei figli, tra Gesù e Bar-abba (= figlio del padre) Lui non può scegliere e quindi il Figlio sceglie di rinunciare alla sua vita per preservare l’amore del Padre per l’umanità (Mt 27).

Gesù si consegnerà, si lascerà torturare come una pecora muta condotta al macello (Is 53,7), si farà persino
uccidere per dimostrare il suo amore, per non venire meno alla sua promessa. Ma non si accontenterà di questo, scenderà fino in fondo alla morte, lontano dal Padre, dove Adamo era scappato (Gn 3) per riportarlo al posto promesso, tra le braccia del Padre (Mt 26,29; GV 13,1; Gv 14,6; GV 16,28;).

E il povero, il fratello o la sorella che bussa alla porta, i figli, il marito o la moglie sono il segno di questa promessa, di come l’amore di Dio si compie e segno dell’unica volontà di Gesù: che nessuno vada perduto (GV 17,24). Nella nostra vita anche la fraternità stessa è segno della promessa che Dio ci ha fatto chiedendoci di sposarci, è il compimento del suo Amore, segno vivo della sua presenza e della sua sposa, la Chiesa.

Luca e Martina, per la Fraternità Evangelii Gaudium

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: