“Propongo, perciò, di imitare il Signore e di dare vita a un giardino in cui far crescere frutti e alberi che rendano bella la terra e liete le persone.”
Così si esprime l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, in un passaggio della Lettera ai ragazzi della Cresima 2024. Prosegue: “Coloro che si preparano a ricevere la cresima sono chiamati a ricostruire la Terra in modo che i figli di Dio vi possano vivere contenti, insieme a Gesù risorto.”
Questo invito porterà a trasformare, tra pochi giorni, lo stadio S. Siro in un animato e gioioso giardino: sarà il filo conduttore dell’incontro dell’arcivescovo con le migliaia di ragazzi cresimandi, accompagnati dai genitori e catechisti.
Questo “ricostruire la Terra” tiene conto del fatto che la vita dell’essere umano, iniziata nell’armonia di un giardino (così la tradizione biblica si esprime), ha conosciuto poi il fallimento nella risposta all’incarico di essere custode del giardino.
Questa lettera porta un titolo che invita a chiudere un cerchio: “Il giardino che è in te”, suggerendo che quella bellezza armoniosa presente nel sogno di Dio riguarda anche la vita di ciascuno di noi; ma anche qui ci può essere una cattiva custodia.
E mentre una voce sussurra, di fronte a fenomeni di deturpazione del pianeta e di fallimento educativo, che l’atteggiamento più realista sia la rassegnazione (cosa posso farci io davanti a problemi così grandi e complessi?), ecco che risuona agli orecchi e al cuore delle donne e degli uomini del futurismo la proposta di un gesto profetico: piantare un giardino! Cioè dare spazio e fiducia alla vita propria, degli altri e del pianeta. Piantare un giardino per esercitarsi con perseveranza nella custodia e nella cura di ogni vita riconoscendo che tutto è dono.
All’opera, dunque!
Don Davide
No comments yet. Be the first one to leave a thought.