Cari bambini,
nel vangelo di questa domenica Gesù sta camminando con i suoi amici discepoli quando, lungo la strada, vedono un uomo cieco chiedere l’elemosina. Questo uomo è cieco dalla nascita: non ha mai visto il mondo con i suoi colori, la sua mamma e il suo papà, ha conosciuto il mondo grazie alle mani che toccano e alle orecchie che ascoltano. E quando è diventato grande ha iniziato a fare il mendicante, cioè a chiedere la carità. Sembra proprio una persona lasciata sola da tutti, e triste.
Il primo pensiero dei discepoli è di sapere di chi è la colpa: perché questo uomo è nato cieco? Voglio sapere chi è il colpevole di una cosa così brutta che ci può capitare!
Invece Gesù ribalta il modo di vedere le cose: quest’uomo è cieco perché chi è intorno a lui possa fare il bene, cioè possa aiutarlo! Gesù fa capire che nelle situazioni di difficoltà invece che cercare di chi è la colpa, è importante capire cosa di buono io posso fare in quelle situazioni, per quelle persone.
Quando abbiamo vicino a noi persone, amici che hanno qualche difficoltà, una disabilità (come il non vedere del cieco) non dobbiamo lasciarle sole, non dobbiamo pensare “Poverine, che sfortuna che hanno avuto, ma io non posso farci niente”. Le difficoltà degli altri ci sono perché io possa portare il mio aiuto!
Gesù ci insegna ad agire subito: lui senza conoscere il cieco, la sua storia, compie subito il suo miracolo d’amore, e senza neppure essere chiamato! Il cieco infatti non vede Gesù e quindi non può nemmeno chiamarlo per chiedere aiuto, eppure Gesù si avvicina e lo aiuta lo stesso!
Gesù ci insegna ad aiutare tutti, senza fare distinzioni. Gesù non rimanda! Agisce subito!
Nel vangelo i Giudei non credono al racconto del cieco: per la legge degli ebrei nel giorno di sabato non si doveva fare nessun tipo di lavoro (era il giorno di festa, di riposo). Quindi per i Giudei Gesù non ha ubbidito alla legge!
Questi Giudei hanno peccato di presunzione: si sentono sempre nel giusto, pensano di avere sempre ragione. Loro pensano che solo chi segue la legge degli ebrei può compiere il bene! Invece Gesù ci fa vedere che tutti possono compiere il bene, ciascuno di noi!
In più Gesù ci insegna che non c’è un momento giusto per fare il bene: si può sempre fare il bene! Quando noi capiamo di poter fare una buona azione, allora quello è il momento giusto!
Gesù per aiutare il cieco compie il gesto più grande che potesse fare per lui: pensate, il cieco non aveva mai visto il mondo e ora, dopo essersi lavato il viso con l’acqua, per lui è come rinascere una seconda volta! Come i neonati, vede il mondo per la prima volta!
Quest’uomo mostra subito di essere molto grato a Gesù: chi riceve tanto, è in grado di amare tanto! Chi riceve poco invece, amerà poco.
Come sempre però Gesù chiede anche la nostra collaborazione: al cieco infatti ha detto “Va’ a lavarti nella piscina di Silone”. Il cieco poteva anche non fidarsi, invece lui si fida, e collaborando con Gesù ottiene il miracolo della vista.
Anche noi, se ci fidiamo e collaboriamo con Gesù avremo una vita gioiosa, luminosa!
In questa settimana provo a non pensare solo a me stesso, ma apro bene gli occhi per vedere chi ha bisogno: un amico a scuola lasciato solo, senza amici, un amico in difficoltà, un compagno con una disabilità, la mamma e il papà che hanno bisogno in casa.
Mi impegno a non dire “Lo faccio dopo; Lo faccio quando ho tempo”. Provo a fare il bene subito!
Come Gesù ha fatto con il cieco, cerco di non essere geloso dei miei talenti, delle mie capacità, ma con coraggio le spendo per gli altri: sono molto bravo a disegnare? posso aiutare una mia amica meno capace; sono bravo in matematica? aiuto il mio compagno che fa fatica; sono capace di ascoltare? ascolto il mio amico che ha tanto bisogno di raccontarmi.
ESERICIZIO DI EMPATIA:
per aiutare chi mi sta vicino prima lo devo conoscere! Cosa vuole dire essere cieco? Che grande gioia avrà provato il cieco tornando a vedere? Provo a fare qualche gioco bendato (riconosco gli oggetti, faccio un breve percorso nella mia casa…).
DISEGNO:
Completa il tuo volto con i tratti che mancano: capelli e occhi, ricordandoci che gli occhi ci servono per vedere la bellezza del mondo, ma anche le difficoltà delle altre persone.
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