La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Alessandro

s. Alessandro

Marco 1, 4-8

Vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

 

 

Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico.

 

E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali.

 

Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

 

#deserto #perdono #vitanuova

Due immagini ricorrenti e centrali nel messaggio di Gesù vengono subito introdotte in questo brano iniziale di Marco: il deserto e il perdono

Giovanni vive nel deserto, lontano dalle nostre certezze, dai punti di riferimento. Si è lasciato alle spalle le esteriorità e gli orpelli inutili, e vive con l’essenziale. Sembra indicarci il modo di affrontare i nostri momenti di deserto, le difficoltà e le fasi della vita in cui mancano i consueti punti di riferimento: “Guarda all’essenziale, agli elementi che per te sono centrali nella vita, centrati sulle tue priorità e dimentica il resto”. E’ una prospettiva necessaria per il passo successivo: la conversione e il perdono.

I nostri errori, mancanze o i pesi che ci portiamo dentro non ci condizionano in eterno. C’è sempre una speranza di salvezza, un modo per ripartire. 

Il Battesimo che Giovanni propone simboleggia proprio una nuova rinascita: l’acqua era simbolo di vita, ma anche di morte: essere immersi completamente per emergere simboleggia proprio un passaggio attraverso la morte, per ritornare a una vita nuova.

Ciò che accomuna noi qui oggi e Giovanni è il nostro essere figli

Preghiamo perché la nostra vita, come la sua, possa essere annuncio di un Dio che continuamente viene e si fa uomo.  Perché noi -come Giovanni- possiamo riconoscere Gesù che arriva, proprio nel nostro deserto delle nostre fragilità, proprio quando stiamo compiendo maldestramente opere nel Nome Suo, annunciando il Suo grande amore per noi a chi ci affianca

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