Lc 21, 20-24
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia.
In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti».
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Gesù, ai discepoli che in sua presenza avevano vantato la bellezza del Tempio, contrappone le difficoltà di fronte alle quali essi si troveranno, perché siano pronti ad affrontarle e siano sicuri che “nemmeno un capello del vostro capo perirà” (Lc 21, 18).
Lette oggi le sue parole, sembra che ci mettano di fronte a quello che sta accadendo ogni giorno attorno a noi: guerre, devastazioni, popolazioni che fuggono dal loro paese, vendette che si abbattono su innocenti, donne che perdono i loro figli ancora nel grembo o neonati, calamità…
Il male sembra prevalere e noi ne siamo scandalizzati, rischiamo di perdere la speranza, di scoraggiarci e rassegnarci. Ma il Signore ci ha assicurato che non sarà il male a vincere: “finché i tempi dei pagani non siano compiuti”. Cioè c’è un tempo in cui gli uomini si convertiranno ed entreranno a far parte del Popolo di Dio, la Chiesa.
Ma questo tempo dipende anche da noi, dalle nostre mani, dalla testimonianza che diamo, dal bene che diffondiamo contrapponendo all’odio l’accoglienza, all’avidità la generosità, all’egoismo l’ascolto dell’altro, all’intolleranza la fraternità.
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