La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Domenico

s. Domenico

Lc 11, 29-30

In quel tempo. Mentre le folle si accalcavano, il Signore Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione».

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Le folle si accalcano per ascoltare Gesù e si sentono dire senza mezzi termini che sono una generazione malvagia.
Perché dice loro questo?
Perché probabilmente, nonostante la sua predicazione, la gente cercava ancora un segno che le facesse intendere che Lui era il Messia, perchè forse le cose che Gesù predicava erano un po’ difficili, faticose, perché nonostante le sue Parole si accorgeva che la gente faticava a credere.
Cosa si aspettava quella folla da Lui? Cosa non riusciva a capire di tutti i segni già fatti?
Chi lo sa, per noi adesso é forse più facile interpretare le Parole di Gesù rispetto a quell’epoca perché abbiamo conosciuto “il segno di Giona“: passione, morte e Resurrezione.

Eppure, nonostante questa possibilità che ci é stata data, anche noi oggi, cerchiamo ancora segni, siamo sempre qui in attesa.
La nostra fede non si allontana molto da quella di un tempo, cerchiamo sempre qualcosa in più.
Vogliamo sempre qualcosa di eclatante, che ci dia una scrollata, come se solo così potessimo riconoscere la presenza di Dio.

Il fatto è che Dio già c’é e i segni sono proprio tanti ma noi non li vediamo.

Il segno più grande Dio ce lo ha già donato: Gesù che muore per amore e Risorge.
Dobbiamo riabituare i nostri occhi ma soprattutto la nostra testa e il nostro cuore a riconoscerlo.

Se poi mi fermo un attimo e penso anche solo a cosa mi succede in una giornata, scopro tanti di quei segni che mi viene da sorridere per le energie perse a cercare. È
come se noi cercassimo conchiglie guardando l’orizzonte del mare, é come se cercassimo fiori guardando solo la cima di una montagna, é come se cercassimo incontri con le persone andando e guardando lontano senza accorgerci di chi ci è accanto al lavoro, in aereo, per strada, in chiesa, al supermercato, ad un momento di preghiera.
Abbiamo già i segni del suo Amore!
Dobbiamo lavorare sui nostri occhi, sul nostro cuore.

“Maria, si alzò e andò in fretta”: é questo il tema che ha accompagnato i giovani alla GMG di Lisbona che si é appena conclusa;  se Maria avesse aspettato un segno tangibile per capire cosa stava accadendo a lei e alla cugina Elisabetta sarebbero passati giorni, mesi.
La sua fede limpida, il suo essere al servizio, il suo semplice SI l’ha fatta alzare e andare incontro alla sua storia, costellata anche di sofferenza, ma ricca di tanto Amore.

Come può essere segno il Figlio dell’uomo per la generazione di oggi? Come posso contribuire io?

Donami Signore un cuore che sa vedere i tuoi segni, che sa gioire delle piccole cose, che sa muoversi sulla tua Parola! Aumenta la mia fede.

Accompagna i giovani che rientrano da Lisbona, perché ciò che hanno visto e vissuto possa essere ora radicato e testimoniato nella vita.

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