Lc 11, 27-28
In quel tempo. Mentre il Signore Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Quando siamo veramente genitori di qualcuno? Sembra interrogarci così questa parola.
Chi è genitore sa bene che essere padri o madri non significa solo esserlo fisicamente, ma è soprattutto prendersi cura, stare vicino al figlio, accoglierlo e ascoltarlo.
Proprio l’ascolto è la forma principale dell’accoglienza. Noi accogliamo l’altro, gli diamo un posto nella nostra esistenza, quando ascoltiamo, senza pregiudizi.
Dio ci comunica che ha bisogno di essere accolto da noi. Noi accogliendolo, lasciando entrare in noi, sedimentare e germogliare la sua Parola, la facciamo un po’ nostra.
– Ascolto davvero gli altri, con accoglienza? O parto con preconcetti, pensando già come rispondere?
– Mi metto in gioco nell’ascolto della parola? Le lascio la possibilità di cambiarmi?
Grazie Gesù, per la Parola e l’esempio che ci hai lasciato, e per quanto ci comunichi ogni giorno attraverso l’incontro con l’altro. Donaci di saper riconoscerti attraverso l’ascolto dell’altro e di farti entrare nel nostro cuore.
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