La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Francesco d’Assisi, patrono d’Italia

s. Francesco d’Assisi, patrono d’Italia

Mt 11, 25-30

In quel tempo il Signore Gesù disse:

 

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

 

Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.

 

Tutto è stato dato a me dal Padre mio;

 

nessuno conosce il Figlio se non il Padre,

 

e nessuno conosce il Padre se non il Figlio
e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

 

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

 

Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me,

 

che sono mite e umile di cuore,

 

e troverete ristoro per la vostra vita.

 

Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

#stanchezze #accanto #mitieumili 

Quante stanchezze, quante oppressioni in questi nostro tempo! Guerre, più o meno conosciute e finanziate, conflitti che durano da tempo e di cui non si vede la fine, persone innocenti che muoiono ingiustamente, migranti che naufragano in mare e nell’indifferenza, omicidi senza apparente motivo, cattiverie gratuite, malattie che nel giro di due mesi “portano via” persone… Ogni tanto io mi sento proprio affaticata da tutte queste cose.
Ho bisogno della Parola di oggi!

Gesù ci chiama a sé, ci dice a gran voce di stare con Lui per avere ristoro, per imparare da Lui e con Lui come affrontare la vita e ciò che accade!  Non ci toglie le fatiche, non ci toglie le “cose brutte” ma ci aiuta ad affrontarle. Prima di tutto dicendoci che Lui ci é accanto, che anche Lui, prima di noi, le ha affrontate, ha vissuto la solitudine da parte dell’uomo, degli amici, lo scherno, il non essere preso sul serio, l’essere messo alla prova, la malattia di un amico, la tristezza di una perdita…
In Lui, e con chi ci sta accanto mostrandoci il Suo volto, noi possiamo andare avanti con speranza!

Imparate da me che sono mite e umile di cuore“: io sono fermamente convinta che se davvero ci impegnassimo, nel nostro quotidiano, in famiglia, sul lavoro, in classe, sul treno, per strada, in oratorio, sui campi sportivi, fuori dalla scuola, ad essere più miti e umili avremmo di sicuro molte brutture in meno.
Non serve pensare solo alle grandi occasioni o alle cose lontane da noi; il non fare la guerra inizia qui, il perdono inizia in famiglia, il pensare all’altro inizia tra i compagni, i colleghi, gli amici;  l’essere mite inizia quando non reagisco violentemente se mi tagliano la strada o mi passano davanti in fila, quando sorrido anche se il cliente che ho davanti mi fa perdere la pazienza, quando persevero nei miei impegni anche se nessuno risponde agli inviti, quando le persone cambiano inaspettatamente e riesco ad accettarlo senza troppe lamentele, quando chiedo ai figli dei piccoli impegni e devo aspettare i loro tempi…

Perché cercare di essere umili e miti? 
Per rendere il mondo in cui viviamo più bello, per fare la nostra parte sulla via della pace e soprattutto perché troveremo ristoro per la nostra vita. Cosa volere di più?
Oggi ricordiamo san Francesco di Assisi, facciamo nostre le sue parole: “Oh Signore, fa di me uno strumento della tua pace!”

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