Lc 8,1-3
“In quel tempo. Il Signore Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.”
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Il Vangelo di oggi ci parla del seguito femminile di Gesù, che ammetteva tra i suoi discepoli anche le donne. I rabbì di solito si tenevano alla larga dalle donne e dai problemi, Gesù non ha paura a camminare con loro, pubblicamente, senza nascondersi. Guarite da tutti quei mali che rendono la vita ripiegata su stessa, riescono a mettersi a servizio con tutta la loro capacità femminile. Le attenzioni, la capacità di cura, il buon gusto, il sapere provvedere alle necessità di tutti, sono alcuni dei tratti che distinguono le donne.
Come per Gesù, così per noi oggi che si discute tanto del ruolo delle donne nella Chiesa, non si tratta di quali ruoli o di quale potere possano esercitare le donne. Bensì che la donna ha pari dignità dell’uomo, entrambi sono al seguito di Gesù e testimoni della Bella Notizia. Ma lo fanno con caratteristiche proprie che sono diverse e che, se valorizzate e unite a quelle dell’uomo, riescono ad arrivare a tutti.
Come sempre, nei Vangeli, non sono importanti solo le parole che ha pronunciato, ma i suoi gesti, il suo sguardo, le sue scelte che indirizzano verso una strada nuova. Ieri, come allora, la questione di parità tra uomo e donna non è risolta ma Gesù ci indica una via diversa da percorrere.
Chiediamo a Maria, donna prescelta dal Signore, che ci aiuti a guardare le donne con lo sguardo giusto. Lo facciamo con le parole di don Tonino Bello che a Maria ha dedicato parole bellissime, raccolte nel testo “Maria, donna dei nostri giorni”.
«Santa Maria, donna vera, aiutaci a leggere la storia e a interpretare la vita, dopo tanto maschilismo imperante, con le categorie tenere e forti della femminilità. In questo mondo così piatto, contrassegnato dall’intemperanza del raziocinio sulla intuizione, del calcolo sulla creatività, del potere sulla tenerezza, del vigore dei muscoli sulla morbida persuasione dello sguardo, tu sei l’immagine non solo della donna nuova, ma della nuova umanità preservata dai miraggi delle false liberazioni. Aiutaci, almeno, a ringraziare Dio che, se per umanizzare la terra si serve dell’uomo senza molto riuscirci, per umanizzare l’uomo vuol servirsi della donna: nella certezza che stavolta non fallirà.»
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