Gv 14, 27-31a
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”.
Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me.
Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
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Gesù ci dona la sua pace che, specifica, non è come quella che dona il mondo.
Sappiamo bene quanto la nostra vita sia segnata dalla violenza, sia quella vissuta a livello personale che quella nel mondo, guardando alle guerre che continuano a propagarsi e che, oltre a causare milioni di morti e feriti, lasciano tanta violenza in circolazione. Noi cristiani preghiamo e manifestiamo per chiedere la fine dei conflitti. Il Papa supplica in ogni suo intervento che cessi il fuoco in Ucraina e nella striscia di Gaza, così come in tanti altri Paesi nel mondo, ma sembrano parole che cadono nel vuoto.
A volte un senso di amarezza spegne la nostra speranza: l’uomo non imparerà mai! Perciò Gesù parla di una pace che non viene dal mondo che, cioè, non consiste nella mediazione e nel
compromesso, ma che è frutto di una pacificazione interiore. L’incontro con Dio fa pace in ciascuno di noi, così che diventiamo capaci di amare, di amarci con l’amore che ci proviene da Dio e sradicare quella radice di violenza che dimora in ciascuno e che può esplodere e riversarsi contro gli altri.
Incontrando Dio autenticamente impariamo a diventare tessitori di pace.
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