La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Gregorio Magno

s. Gregorio Magno

Giovanni 14,21-24

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

 

 

Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato».

#discorsoDiAddio #L’amoreResta  

Eccoci, ancora una volta, dentro i “discordi di addio” di Gesù collocati nell’Ultima Cena (da qui l’invito a leggere tutto il capitolo 14 di Giovanni).

In quel contesto di ultimo incontro con il Maestro alcuni discepoli gli pongono delle domande: prima Pietro, poi Tommaso e infine Giuda (non l’Iscariota). Una domanda, quella di Giuda, che nasce da una sofferenza presente anche negli altri discepoli: dopo quell’avventura vissuta insieme a Gesù per anni, Lui se ne va e sembra che nulla sia veramente cambiato nella vita del mondo…

Una piccola comunità ha compreso qualcosa perché Gesù si è manifestato ad essa, ma gli altri non hanno visto e non comprendono nulla. A cosa si riduce dunque la venuta del Figlio dell’uomo sulla terra, la sua vita in attesa del Regno di Dio imminente che egli proclamava?

La risposta di Gesù, a prima vista, sembra ignorare la domanda di Giuda, ma in realtà è la risposta più profonda all’interrogativo del discepolo. Gesù chiarisce che la sua manifestazione agli amici non avverrà in modo spettacolare, ma si realizzerà nell’intimo delle coscienze, con la sua venuta insieme al Padre nel cuore dei discepoli.

Gesù non ci chiede solo di essere suoi discepoli, di osservare i suoi insegnamenti ma anche di amarlo, perché amandolo si compie ciò che Lui vuole e, facendo ciò che Lui vuole, lo si ama.

Se manca l’amore non ci sarà riconoscimento in questa presenza quando Gesù sarà “assente” dopo la sua vicenda terrena: Lui non sarà più presente fisicamente ma, se l’amore resterà, Gesù sarà presente in tutti coloro che lo ameranno.

Penso non sia facile anche per noi, oggi, comprendere pienamente questa sua promessa: ma, come sottolinea fr. Enzo Bianchi, ci può venire in soccorso l’esperienza vissuta in una relazione d’amore: quando l’amato/a è assente facciamo una certa esperienza della sua presenza in noi, nell’attesa che ritorni e che con la sua presenza, faccia a faccia, rinnovi la relazione d’amore e la riempia.

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