La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Lorenzo

s. Lorenzo

Giovanni 12, 24-33
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

 

 

Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.

 

 

Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».

 

 

Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

 

 

La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me».

 

 

Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

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se il chicco non muore, rimane solo”. Quindi c’è una legge necessaria per ogni uomo, che vale anche per il Figlio dell’uomo, ovvero per il Dio incarnato in Gesù, che è quella di morire. Perché l’uomo è di sua natura mortale.
Ma la morte di Gesù sarà “gloria del nome del Padre”, perché la sua non sarà una morte, ma sarà il dono della vita per tutti. Così come il seme.

È un grande mistero, questo: e ci fa capire anche che cos’è la vita.
Perché noi vorremmo avere la vita. Che è la domanda che con molta sincerità pone sia il giovane ricco, sia il dottore della legge pongono a Gesù: “che cosa devo fare per avere una vita piena e gioiosa, ora e per sempre?”.

Noi vorremmo avere la vita e vorremmo conservarla intatta e di ottima qualità, evitando accuratamente i rischi del dolore, della restrizione fisica, dell’ansia, dell’incomprensione da parte degli altri, della solitudine, del fallimento umano.

La vita, invece, sembra dire Gesù, è un dono, e il dono c’è se lo doni.
Quindi è molto importante questo saper dare la vita. Non cerco il mio io. Realizzo il mio io nella relazione con gli altri: il mio io è l’altro.

Preghiera

Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato
e su di me non hai lasciato esultare i nemici.
Signore Dio mio,
a te ho gridato e mi hai guarito.
Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba.
Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia,
perché io possa cantare senza posa.
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.

dal Salmo 30 (29)

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