Matteo 19, 27-28
Allora Pietro gli rispose: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?”.
E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele”.
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Questi versetti del Vangelo di Matteo seguono il racconto del “giovane ricco” e il famoso discorso sulla ricchezza, in cui Gesù mette in guardia i discepoli su come sia necessario valutare ciò che nella nostra vita ha più importanza, e il luogo, gli oggetti o la Persona in cui noi poniamo in nostro cuore.
Se la ricchezza e le cose superflue diventano la nostra ragione di vita ci perdiamo l’occasione di trovare la felicità vera che solo Gesù ci può dare. Dio vuole la salvezza di tutti ed è pronto sempre ad accoglierci tra le sue braccia, nonostante tutto, nonostante tutte le volte che non lo mettiamo al primo posto nella nostra vita, perché Lui ci ama, ci capisce, e sa già che rimanere legati a desideri di ricchezza, alle cose effimere della vita non porta alla pienezza e costruisce in ogni uomo un vuoto che porta sofferenza; quindi, lui è sempre pronto ad accoglierci e a donarci una vita piena sempre e comunque, rispettando la nostra libertà (da lui stesso donata).
Nel brano di Matteo, Pietro è forse un po’ impaurito dall’avere fatto dei sacrifici per seguire Gesù e si fa prendere dalla logica umana del dare-avere. Gesù lo comprende, ancora una volta gli si fa vicino e gli mostra quale sia questa “ricompensa”: la felicità vera, la vita eterna.
Perché chi si fa povero, umile avendo chiaro cosa sia importante nella vita, l’eccesso di amore, si rende subito conto di quanto questo riempia la vita e che sta ottenendo qualcosa che supera ogni tipo di ricchezza materiale ottenibile da soli su questa terra.
Lo scopriamo ogni volta che ci facciamo prossimi a chi è nella difficoltà, ogni volta che incontriamo veramente l’altro e nell’altro vediamo l’agire del Signore, ogni volta che scopriamo l’immensità dei doni di Dio che rivelano il suo amore per noi e sentiamo crescere il desiderio in noi di volerli condividere e far sì che portino frutto nella nostra vita e in quella di coloro che incontriamo.
Abbiamo visto che Gesù è pronto a donarsi completamente perché Lui non ha mezze misure e perché si fida del Padre, anche quando questa fiducia richiede di vivere una sofferenza al momento incomprensibile, perché conosce l’immensità dell’amore di Dio. Noi, guardando a questa fiducia immensa possiamo lasciarci “contagiare” dal coraggio di Gesù nel fidarsi di Dio, anche quando non è facile e non ci stiamo capendo nulla, con la consapevolezza che il Signore non ci chiede di rinunciare alle cose belle della vita, ci chiede di riflettere su cosa siano davvero queste cose belle, che ci rendono pieni e felici e suono dono suo.
Ci invita a comprendere dove sia la sua mano nelle cose della nostra vita e rompere le catene che ci legano a tutto ciò che ci allontana da Lui e dalla bellezza che ogni giorno pone nella nostra vita.
Donami ti prego, Signore, la capacità di scoprire ogni giorno della mia vita la bellezza dei tuoi doni e di liberarmi da quelle catene che mi tengono lontano da te. Amen
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