La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Pietro Giuliano Eymard

s. Pietro Giuliano Eymard

Lc 10, 17-24

I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

 

 

In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse:

 

«Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

 

 

E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

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Il brano di oggi ci fa entrare nella logica della missione: viene descritta la gioia dei discepoli che tornano soddisfatti dal loro incarico perché hanno visto la Potenza della Parola agire. Sono andati nel mondo ad annunciare il Vangelo e in nome di Gesù hanno liberato coloro che incontravano sul
loro cammino. Hanno fatto esperienza di veri e propri miracoli che non si aspettavano.

Al cuore di questi avvenimenti ci sono due elementi fondamentali: da una parte viene evidenziata la necessità della relazione fondante ed intensa con Gesù, che si basa sulla preghiera, che permette di lasciarsi trasformare dalla forza dello Spirito Santo, dall’altra viene sottolineata l’importanza di un’azione che non è solitaria, ma comunitaria: i discepoli infatti camminano sulle strade del modo in coppia per potersi sostenere l’un l’altro, per mostrare l’azione di Grazia del Signore che agisce a partire dalle relazioni umane.

Colpisce la frase che Gesù rivolge ai discepoli in disparte nella quale sottolinea che se si lasciano plasmare dall’azione dello Spirito possono fare esperienza di ciò che i profeti hanno atteso in quanto il Signore opera in mezzo agli uomini.

L’aspetto che siamo chiamati ad educare e sviluppare è la capacità di affinare il nostro sguardo per poter contemplare l’azione di Dio nella storia. Spesso siamo distratti dalle nostre preoccupazioni che ci assillano, siamo travolti dalle notizie di malvagità e la tentazione sarebbe quella di mollare tutto. Siamo invece chiamati ad avere occhi nuovi e a lasciarci sorprendere dall’Amore di Dio che si manifesta proprio laddove sono le nostre ferite.

Per rinnovare il nostro sguardo lasciamoci guidare da questa preghiera di don Tonino Bello

“Spirito Santo, che riempivi di luce i profeti e accendevi parole di fuoco sulla loro bocca, torna a
parlarci con accenti di speranza. Frantuma la corazza della nostra assuefazione all’esilio. Ridestaci
nel cuore nostalgie di patrie perdute. Dissipa le nostre paure.”

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