Lc. 11, 14-20
In quel tempo. Il Signore Gesù stava scacciando un demonio che era muto.
Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore.
Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni».
Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio».
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La lettura del brano odierno suscita in me una profonda amarezza, immedesimandomi in quello che Gesù deve aver provato nell’essere annoverato tra i seguaci di Beelzebul, Lui che dispensava guarigioni a piene mani, che “faceva bene ogni cosa”, che incantava le folle con le sue parole e sfamava moltitudini di cui aveva sincera compassione, compiuto il prodigio contro il male viene accusato di esserne servo. Perché?
Mi colpisce la risposta di nostro Signore a quella folla vigliacca che muove un’accusa tanto pesante: Gesù rivela apertamente l’esistenza del male, sottolineando pure alcune caratteristiche che lo contraddistinguono.
Colui che è conosciuto come “colui che divide (dia+ballo= diavolo)”, che mira dunque a dividere gli altri, è in realtà ben unito e strutturato in se stesso: quindi stiamo parlando di un avversario decisamente forte. Inoltre Gesù lo chiama per nome, Satana, e ho scoperto che in ebraico ‘Satan’ significa accusatore. E chi accusa?
Ciascuno di noi, svelandoci continuamente il nostro limite, la nostra finitezza e mancanza, insinuando il dubbio circa la misericordia di Dio…. E’ davvero il nemico più
forte contro il quale dobbiamo lottare perché non prenda possesso del nostro cuore!
Siamo dunque destinati a soccombere? Come possiamo difenderci? L’ultima frase del brano di Luca ci offre la soluzione: mettere a guardia del nostro cuore il custode più forte, Colui che “scaccia i demoni con il dito di Dio”. Scegliere Gesù, stare dalla sua parte, legarsi al suo amore, ci permette di “essere parte con Lui nel suo regno”, qui ed ora, ovvero ci permette di sperimentare la letizia profonda (ricordiamo la “perfetta letizia” di san Francesco) che nessun tentatore può intaccare, persino nelle circostanze più difficili.
E’ un lavoro quotidiano da parte nostra, è un allenamento continuo per rimanere saldi in questa posizione, e occorre invocare la forza dello Spirito Santo, perché la voce senza speranza del mondo di oggi non ci distolga dal vero bene che ci chiama continuamente.
Buono è il Signore con chi a lui si affida,
si dona al cuore che lo ricerca.
Chi si crede ricco è misero e patisce la fame,
chi cerca il Signore non manca di nulla.
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