Lc 18, 18-23
In quel tempo. Un notabile interrogò il Signore Gesù: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli rispose: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre”».
Costui disse: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza».
Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! Seguimi!».
Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco.
Proviamo, questa volta, a cominciare dal fondo: “ Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco”.
Come può essere?! Si incontra Gesù, si ascolta la sua parola e si diventa tristi? Pietro affermava che solo Gesù aveva parole di vita eterna, quando il Maestro aveva chiesto ai suoi se avessero desiderato andarsene anche loro, come avevano fatto in molti.
E questo notabile? Pone la domanda che riguarda la vita eterna, ma la risposta lo rende triste invece di spalancargli l’orizzonte. Ultime tre parole del brano: “era molto ricco”.
E ci risiamo! Sembra proprio che la ricchezza nel Vangelo non vada d’accordo nè con la felicità, nè con la vita eterna, nè con il regno di Dio…..insomma, essere ricchi pare essere una vera disgrazia. In realtà questo è un grande malinteso.
La chiave di volta non è in quel che si possiede, ma nella capacità di spogliarsi di tutto, di lasciar andare, di non esercitare il possesso per poter accumulare un tesoro nei cieli e mettersi a seguire Gesù sulle strade della nostra vita quotidiana.
Quindi, un investimento per il futuro e un programma di vita decisamente contro corrente per il presente.
Ci vuole coraggio a scegliere di essere felici, soprattutto perché il mondo sostiene una tesi ben diversa, facendo coincidere la felicità con la possibilità di avere quel che si desidera: cose, persone, potere, denaro, successo: tutto sul medesimo piano.
Ma c’è un dettaglio che non possiamo non notare: nella versione di Luca – a differenza di quanto riportano Marco e Matteo – il notabile non se ne va. Chissà che non sia davvero rimasto, pur nella sua tristezza.
Chissà che non abbia continuato ad ascoltare la Parola di Gesù. Chissà che, alla fine, questa Parola non l’abbia scosso e lui, sbarazzatosi delle molte ricchezze che lo appesantivano, non abbia fatto della propria vita un “cantiere della solidarietà” per il Signore e per i fratelli più poveri (Fiaccolina giugno 2019)
Chiediamo con insistenza allo Spirito Santo di donarci il coraggio per rimanere e scegliere.
Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Affida al Signore la tua via,
confida in lui ed egli agirà:
farà brillare come luce la tua giustizia,
il tuo diritto come il mezzogiorno.
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