Giovanni 16,5-14
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio.
Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
“ Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.”
Gesù è qui come un padre buono, misericordioso, tenero che ama i suoi figli e li prepara. E’ il Maestro che educa i suoi discepoli, li mette in guardia, li esorta e li prepara alla sua “partenza”.
L’atteggiamento di tristezza che prende il cuore dei discepoli è talora anche il nostro. Non deve essere un atteggiamento superficiale che indebolisce la nostra fede: invece cerchiamo la presenza del Signore Gesù che è in mezzo a noi.
Cogliamo anche noi il tempo che Egli aveva affidato ai suoi discepoli, perché sostenuti dalla tenerezza del Spirito Santo, sappiamo annunciare e vivere l’amore che colma i nostri cuori.
La nostra tristezza è un fatto emotivo, è la nostra fragilità: lasciamo piuttosto spazio a Colui che ha il potere di far diventare fuoco la nostra vita.
Lasciamoci condurre dallo Spirito!
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