Luca 18,31-34
In quel tempo. Il Signore Gesù prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà».
Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.
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Arrivati alla fine del capitolo 18 di Luca, ci accorgiamo che da circa nove capitoli Gesù sta camminando con i suoi discepoli, cercando di istruirli attraverso una lunghissima catechesi fatta per strada: ogni incontro è stato per Lui occasione per aprire ai Dodici spiragli sul mistero del Regno. Per la terza volta annuncia loro come si compirà il Regno cioè attraverso la sua morte e la sua resurrezione.
“Ma essi non compresero”…i discepoli brillano per la loro incomprensione delle parole del Maestro.
Ma non critichiamoli e non pensiamo che questo passo del Vangelo di Luca riguardi soltanto loro. Al contrario è di grande attualità per ciascuno di noi: questi
avvenimenti che riviviamo, ogni anno, all’interno del Triduo pasquale sono notissimi eppure fatichiamo a capirne il significato più profondo.
Verrà consegnato…in questo verbo c’è tutto l’amore di Dio: ciò che ha di più caro, il suo Figlio unigenito, Dio non lo trattiene gelosamente per sé ma ce lo consegna, ce lo dona.
E il Figlio dell’uomo, nel suo grande patire, si farà carico della sofferenza di ogni uomo e di ogni donna, delle nostre debolezze, del nostro egoismo. E nell’esito imprevisto, nella resurrezione, l’amore di Dio saprà esprimersi in una misura incontenibile.
Ma Gesù non abbandona i suoi discepoli per il fatto che non sanno comprendere…non li caccia, anzi li tiene ancora più vicino a sé e lo intuiamo se ci soffermiamo a leggere il prosieguo del passo di Vangelo odierno. Il cieco di Gerico, guarito da Gesù, diventerà icona del vero discepolo: un uomo che sa di non vedere, che non presume di vedere e che, con libertà, chiede aiuto a Colui che è venuto nel mondo per liberare dalle tenebre.
Quale ulteriore insegnamento per i discepoli nella dura salita verso Gerusalemme!
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