Marco 4, 10b. 21-23
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici:
«Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro?
Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce.
Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
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Si prende forse la lampada per metterla sotto il vaso o sotto il letto? Leggendo questa domanda, senza conoscere il contesto, ci verrebbe certamente da rispondere di no. La domanda di Gesù, quindi, dovrebbe essere intesa in un altro modo: perché abbiamo paura di mettere la lampada dove è ben visibile a tutti?
Guardando alla nostra quotidianità possiamo riconoscere tanti esempi: infatti spesso è più semplice lasciare nascoste alcune nostre debolezze o mancanze. Se penso alla mia quotidianità, mi rendo conto che spesso è difficile essere lampada che illumina le zone più buie della mia vita, ma anche la strada dei miei fratelli e sorelle quando si fa buia.
L’invito di Gesù però è chiaro: siamo chiamati ad essere luce e ad essere una luce ben visibile.
L’invito, quindi, che vorrei fare a ciascuno per la giornata di oggi è di essere capaci di lasciarci inondare dalla luce dell’amore del Signore e poter portare un raggio di luce sulle nostre fatiche e su quelle dei fratelli e delle sorelle che camminano accanto a noi.
“Signore, tu sei la mia luce:
senza di te non so dove vado,
se tu sei con me
i miei piedi cammineranno nella via della vita.
Signore se tu mi illuminerai, io potrò illuminare
e potrò essere una piccola fiamma del tuo Amore”
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