Luca 16, 16-18
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi. È più facile che passino il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge.
Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio».
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“Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio”. Invece, la legge di Mosè consentiva il ripudio della moglie.
Gesù qui termina un discorso incentrato sul rifiuto della logica del “possesso”: nelle righe precedenti ha parlato del possesso delle cose, dei beni paradossalmente più piccoli. Ora parla del
sommo bene: il matrimonio.
Nella cultura antica la donna era possesso dell’uomo ed era la cosa principale che si possedeva: per questo l’uomo poteva divorziare quando la donna non era più soddisfacente i suoi gusti, oppure
in seguito ad adulterio. Ma Gesù, in altro passo, ricorderà che “Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina li creò” (Gn 1,27).
La nostra immagine e somiglianza con Dio non è l’essere maschio, perché Dio non è maschio, non è l’essere femmina, perché Dio non è nemmeno femmina, ma è la relazione fra i due.
Perché Dio è amore, è dono, è perdono, è misericordia.
E il matrimonio è luogo principe dell’accettazione dell’alterità, della differenza: è uno dei grandi segni della presenza di Dio nel mondo. E’ l’accettazione dell’ “altro” come altro (non funzionale ai miei
progetti), dell’alterità come luogo di accoglienza, di amore, di dono, di fecondità, di perdono, di un cammino infinito in questa direzione.
Preghiera
Ecco quanto è buono e quanto è soave
che i fratelli vivano insieme!
È come olio profumato sul capo,
che scende sulla barba,
sulla barba di Aronne,
che scende sull’orlo della sua veste.
È come rugiada dell’Ermon,
che scende sui monti di Sion.
Là il Signore dona la benedizione
e la vita per sempre.
dal Salmo 133 (132)
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