Matteo 20,17-19
In quel tempo. Mentre saliva a Gerusalemme, il Signore Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
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Gesù si avvicina alla sua Passione e sente il bisogno di vicinanza e di confidenza.
Prende in disparte i suoi dodici discepoli e condivide la sua “storia” cioè quello che gli accadrà.
Si coglie proprio il coinvolgimento dei dodici discepoli, di quei discepoli, nella vicenda del loro Signore. Li vuole coinvolgere con un compito importante, quello di trasmettere a tutti il grande evento della Pasqua che riguarda tutti quelli che camminano dietro a Gesù.
E’ un po’ una sua confessione, un tirar fuori il suo destino.
Mi pare anche come se volesse essere confortato. Come se volesse che il cammino della croce fosse condiviso. Infatti all’inizio notiamo il verbo “saliva” che si riferisce solo a Lui, poi “noi saliamo”, cioè il salir insieme. Poi c’è la duplice consegna del Signore: prima ai sacerdoti e agli scribi e subito dopo ai pagani: la sua morte è come principio della vita nuova donata a tutta l’umanità. Il suo grande sacrificio d’amore per noi.
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