La bellezza è negli occhi di chi contempla

s. Venceslao; ss. Lorenzo Ruiz e compagni; beato Luigi Monza

s. Venceslao; ss. Lorenzo Ruiz e compagni; beato Luigi Monza

Lc 19, 37-40

In quel tempo. Il Signore Gesù era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».

 

 

Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

#folla #compimento #

Contestualizziamo il brano di oggi: Gesù arriva da Gerico, si trova vicino a Betfage e a Betania (dove abitano i suoi cari amici Lazzaro, Marta e Maria) presso il Monte detto degli Ulivi (che ci evoca inevitabilmente la dolorosa preghiera la sera dell’ultima cena)….

Ma quando è vicino alla discesa dal monte degli ulivi lo attende un’accoglienza trionfale da parte di tutti i discepoli che lo accompagnano e da parte
di tutti coloro che lo accolgono nei pressi di Gerusalemme.
E’ uno spaccato trionfale, che pare dimostrare come la gente abbia individuato nel Rabbi di Nazareth la risposta alle proprie preghiere! Pare di riascoltare la voce degli angeli la notte nella quale Cristo era venuto al mondo e anche in quella circostanza dei poveracci, umili pastori e popolani, lo avevano accolto con gioia.
Chi non ha mai cambiato posizione, persistendo nel rifiuto della persona e della parola di Gesù, sono sempre quelle serpi dei farisei, infastiditi da tanto ridondante entusiasmo da parte della folla…. Già, la folla. Credo che il Signore sapesse benissimo che quella folla alla quale aveva dato tanto, tutto, sarebbe stata velocemente condotta a voltar gabbana, asservita al potere che offre di più.

Ma è certo di entrare nella storia non confidando soltanto sul “successo” ottenuto tra la gente, bensì sul compimento della missione affidatagli dal Padre, che lo avrebbe accompagnato e sostenuto anche nel momento più tragico della sua esistenza umana.
Illuminanti a riguardo sono le parole di don Rino Tantardini:

Ma lui, Gesù non si deprime, perché sta appoggiato alla volontà di suo Padre, Signore del cielo e della terra, Signore della storia: questo gli dà la certezza che ci sarà una pietra rotolata via dal sepolcro, che proclamerà quel che per paura le labbra dei suoi discepoli avranno smesso di gridare; ci saranno le pietre del tempio, che non staranno più l’una sull’altra per via della devastazione delle truppe romane e così proclameranno quale errore fu rifiutare Lui da parte dei capi del popolo.

E noi, vogliamo essere pietre vive che edificano la Chiesa e non smettono di parlare delle meraviglie da Lui compiute? O ci limitiamo ad osannare a secondo della convenienza?

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda (Salmo 89)

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