Luca 4, 16b-22b
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore.
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui.
Allora cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”.
Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e
dicevano: Non è costui il figlio di Giuseppe?
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Questo brano del Vangelo di Luca si colloca all’inizio del ministero di Gesù. Dopo essere stato quaranta giorni nel deserto ed essere stato tentato dal diavolo, sempre sotto la guida dello Spirito Santo, Gesù torna in Galilea per iniziare la sua missione, e in questo viaggio fa ritorno proprio a Nazaret, città dove è cresciuto.
È significativo che fin dall’inizio del suo ministero, Gesù si lasci completamente ispirare e guidare dallo Spirito Santo (San Luca ci tiene molto a sottolinearlo, tanto è vero che Lo cita molte volte in questo quarto capitolo e nel resto del suo Vangelo).
L’atteggiamento di Gesù non è quello di chi vuole fare tutto e subito e ogni cosa a modo proprio, ma si fida. Sa che operare il suo ministero a Nazaret sarà difficile e la sua missione non parte proprio in modo facile; ma Egli si affida allo Spirito e si fida di Lui e del Padre. Avviene così che, compiendo un gesto consueto, quello di leggere alla comunità la Parola (“secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere”) si ritrova proprio il testo giusto al momento giusto. Succede qualcosa di straordinario nell’ordinarietà. Il Signore ci mette sempre, infatti, nelle condizioni di poter operare la nostra missione.
Noi però siamo chiamati a fare due piccoli grandi passi: avere fiducia e mettersi in ascolto, anche e proprio quando la situazione sembra farsi difficile e frustrante e
anche nell’ordinarietà della vita. Dobbiamo essere sempre pronti a farci toccare nel profondo dalla Parola e dall’azione del Signore, anche se non è sempre facile, perché Egli ci parla sempre, non solo nelle “grandi occasioni”.
Gesù annuncia così quale sarà la sua missione, che è anche la missione di ogni cristiano: portare l’annuncio ai poveri (tutti i tipi di povertà), e questo significa molto di più di aiutare. Vuol dire farsi prossimo, accogliere l’altro e cercare con lui il vero incontro. Questo è quello che Gesù vuole fare anche con ognuno
di noi ogni giorno, amarci, incontrarci anche nelle nostre fragilità, sostenerci sempre, anche quando sbagliamo, anche quando tutto ci sembra perduto. Gesù è venuto per “guarire quelli che hanno il cuore spezzato”, è sceso sulla terra perché ci ama e vuole salvarci ogni giorno.
Non dobbiamo quindi mai sentirci abbandonati e non dobbiamo avere paura perché Lui ci ama ed è sempre con noi.
A Te la gloria, oh Padre, oh Gesù, oh Spirito Santo.
Fa che io veda il Tuo Volto in ogni persona,
in modo da capire il bisogno che necessita,
da far risplendere il mio volto nel Tuo.
(dagli scritti e preghiere di Luciano Bottan)
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