Luca 15, 3-7
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.
Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
Avremo sicuramente letto ed ascoltato tantissime volte questo brano.
Oggi però mi piacerebbe leggerlo dal punto di vista della pecora smarrita, anzichè del pastore o delle altre pecore del gregge.
La pecora che si è allontanata dal gregge, immagino, non lo avrà fatto volontariamente ma forse per un momento di leggerezza o distrazione. Dopo un attimo in cui ha distolto lo sguardo dal pastore, si sarà ritrovata lontana dalle altre e incapace di ricongiungersi al resto del gregge.
Credo che il rischio di fare come la pecorella smarrita sia in ognuno di noi. Capita a tutti, infatti, di avere dei momenti di fatica e stanchezza, durante i quali distogliamo lo sguardo dal Signore. E tutti abbiamo certamente provato il senso dello smarrimento del sentirci soli e abbandonati a noi stessi, lontani dai nostri compagni di viaggio e dalla nostra guida.
Trovo quindi consolatorio pensare che il Signore non solo è sempre pronto a venire a cercarci, senza stancarsi di chiamarci, ma è anche desideroso di fare festa per ogni pecorella smarrita che viene trovata e riportata alla sua casa.
Anzichè concentrarci sul pensare che il Signore abbandona le 99 pecore per cercare l’unica dispersa, concentriamoci sulla festa che il Signore fa per quella ritrovata.
Un giorno, una delle pecorelle perse e ritrovate potrebbe essere proprio uno di noi.
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