La bellezza è negli occhi di chi contempla

SENTIRE – ASCOLTARE

SENTIRE – ASCOLTARE

“… Ma mi stai ascoltando?”.
Quante volte ci hanno fatto questa domanda, vedendo la nostra espressione un po’ assente o cogliendo inesorabilmente che eravamo distratti!
Intuiamo tutti che per “sentire” basta usare passivamente l’udito, ma “ascoltare” implica un di più: è un’attività intenzionale e volontaria, mette in gioco la nostra voglia di comprendere, e attiva non solo l’udito ma anche la vista, il pensiero, le sensazioni.
Per Plutarco “saper ascoltare è fondamentale per poter arrivare alla conoscenza di sé e degli altri”.
Tuttavia la nostra società non ci facilita in questa esperienza: la fretta, il rumore, il voler spesso prevaricare sull’altro con le parole … sono tutti elementi che non fanno crescere in noi l’atteggiamento dell’ascolto.

Max Picard [scrittore] ha definito l’uomo moderno come un’ “appendice del rumore”. Immersi in un mondo di suoni, costituiamo una società in cui tutti parlano e nessuno ascolta. La scuola stessa è finalizzata a renderci professori della parola, ma analfabeti dell’ascolto.

(Sandro Spinsanti, psicologo e teologo, Le mani sulla vita)

Che sia un verbo importante ce lo conferma anche la Bibbia: non è un caso che persino Dio si ‘scomodi’ a usarlo quando vuole insegnare al suo popolo la prima cosa che dovrebbe fare. “Shemà Israel …”: la potenza di quel verbo, che ha la forza di un comando, ci ricorda che prima di agire, prima persino di credere, dobbiamo partire da quel “Shemà … Ascolta!”.

Il silenzio, il raccoglimento, la meditazione, la preghiera … ognuno scelga la strada più adatta a sé, ma non perdiamo le occasioni che la vita ci offre di assaporare fino in fondo le relazioni, siano esse con le persone della nostra vita, che con il creato, che con il Signore, il quale anche oggi ci invita a tendere l’orecchio interiore per capire un po’ di più chi è Lui e chi siamo noi.

Giovanna Riboldi

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