La bellezza è negli occhi di chi contempla

Sesta Domenica di Pasqua

Sesta Domenica di Pasqua

Gv 15, 26 – 16, 4

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi.

Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. 

E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. 

Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto.

Non ve l’ho detto dal principio, perché ero con voi».

#paolo #Spirito #testimonianza

Che parole complicate, sembrano proprio un avvertimento da parte di Gesù ai suoi apostoli, li mette in guardia e ricorda a noi il valore della sua Pasqua. E’ la stessa cosa che accade a Paolo, quando incontra Gesù Risorto; e grazie a lui, apostolo non proprio fra i primi 12, anche noi possiamo essere dentro “la cerchia stretta” degli amici di Gesù.

Raccontano gli Atti: “Io sono Gesù, che tu perséguiti. Ma ora àlzati e sta’ in piedi; io ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto di me e di quelle per cui ti apparirò. Ti libererò dal popolo e dalle nazioni, a cui ti mando per aprire i loro occhi, perché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ottengano il perdono dei peccati e l’eredità, in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me” (Atti 26)

Paolo, animato dalla speranza, dopo aver fatto esperienza di un cambiamento di vita possibile, perchè è stato amato da Gesù personalmente, così ci trasmette l’annuncio del Vangelo, la Pasqua di Cristo: “Ma, con l’aiuto di Dio, fino a questo giorno, sto qui a testimoniare agli umili e ai grandi, null’altro affermando se non quello che i Profeti e Mosè dichiararono che doveva accadere, che cioè il Cristo avrebbe dovuto soffrire e che, primo tra i risorti da morte, avrebbe annunciato la luce al popolo e alle genti”.

Diventa apostolo missionario, portando a tutti il Vangelo: “Fratelli, a voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.” (1 Corinzi 15)

“Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me”.

Da peccatore perdonato e amato a instancabile annunciatore del Vangelo, passando per arresti, fatiche, discussioni, rifiuti. È quello che Gesù ricorda e anticipa ai suoi discepoli nel brano di oggi.

Dunque, non demoralizziamoci se veniamo rifiutati anche noi a scuola, fra amici, sul lavoro, nella comunità, per la nostra fede convinta e appassionata, se il “mondo” non comprende la bellezza del Vangelo; continuiamo ad amare il Risorto, credere nella Sua promessa di salvezza, confidando nel Figlio che ci ha amato donando la vita sulla croce, regalandoci il Suo Spirito, Colui grazie al quale anche noi possiamo diventare testimoni credibili.

 

TI chiedo la Grazia, Signore, di ricevere lo stesso Spirito di amore che hai donato a Paolo, la gioia di un incontro personale quotidiano con Te Risorto e vivo, tramite qualcuno che mi chiama per nome e mi abbraccia, ricordandomi la bellezza della vita nella Luce!

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