Mi viene chiesto di raccontare una “bella notizia”. Che cos’è? Le belle notizie, per me, sono quelle feconde. Sono quelle che, quando pensate, danno respiro e fanno guardare in avanti, fanno pensare al futuro. Raccontano di situazioni che non sono ripiegate su loro stesse, ma creano legami e vengono costruite insieme.
E così, nel tentare questa definizione, mi rendo conto che proprio io e un gruppo di amici siamo protagonisti di una bella notizia! Abbiamo un sogno, o più probabilmente lo abbiamo ricevuto, e da due anni camminiamo insieme per cercare di approfondirlo e dargli forma.
Nei nostri cuori, in modi e tempi diversi, è nata l’intuizione che una forma di vita abitativa comunitaria ci corrispondesse o, per dirla nel modo che più mi piace, avesse “la forma del nostro cuore”.
Timidamente ci siamo avvicinati, qualcuno radunato da percorsi di discernimento comune, altri coinvolti da amici, e abbiamo condiviso il nostro desiderio. Una dozzina di giovani adulti, tra cui qualche coppia e qualche persona singola, lavori e vite diverse, sparsi in svariate città dell’hinterland milanese. Che fare? Come capire “cosa vogliamo fare da grandi”?
In questi due anni di cammino insieme ci siamo incontrati con una frequenza regolare e abbiamo cercato di interrogare la nostra intuizione: cosa significa fare “vita comune”? Quali sono per noi gli elementi imprescindibili in uno stile abitativo di questo tipo? Attorno a cosa (o a Chi!) ci raduniamo?
Il nostro procedere è un lungo e lento work in progress, ma è davvero una bella notizia! Cerchiamo di custodire la libertà di ciascuno: nessun patto firmato con il sangue, ma, anzi, il desiderio forte che il nostro percorso rappresenti per ognuno di noi un cammino di discernimento e che la presenza degli altri possa essere supporto e incoraggiamento. Cerchiamo, poi, di avere uno sguardo aperto: temiamo il “fai da te” autoreferenziale che conduce a guardarsi l’ombelico, per questo incontriamo persone e realtà a cui chiedere consigli e supporto.
Nessuno di noi sa, ad oggi, dove ci porterà questo cammino. Abbiamo il desiderio autentico di…camminare! Camminare insieme. E insieme scoprire e capire dove appoggiare il prossimo passo.
Sentiamo viva l’intuizione di Gesù che scelse degli amici “perché stessero con lui” (Mc 3,14). Ermes Ronchi, commentando questo passo, scrive che Gesù sceglie i Discepoli in primis “per stare insieme. Non per attorniarsi dell’entusiasmo e del vigore di giovani uomini e donne, ma per fare casa con loro. Non per nuovi riti e liturgie, ma per abitare la vita insieme. Per stare con”.
Troppo semplice? Troppo complesso? Le due cose insieme. Ed è una bella notizia.
Silvia C.
1 comment
Ilaria S.
21/10/2023 at 8:53 amBellissima intuizione. Buon cammino ragazzi