Tra pochi giorni la mia amica storica si sposa! Che bella notizia! Penso subito a come prepararmi al meglio: come accompagnarla, da amica, nel tempo del fidanzamento, come aiutarla nelle tante incombenze pratiche, cerco di prevenire i suoi momenti di stress e di riportarla al cuore della sua scelta.
Il matrimonio seguirà il rito civile, ed ecco che qualche mese fa la mia amica mi stupisce: “Vorrei che fossi tu ad officiare la cerimonia”. Io?? Ma come? Io non ne so niente di relazioni di coppia, io non so tenere un discorso, io ho partecipato quasi unicamente a matrimoni in Chiesa…cerco mille giustificazioni, ma lei non molla il colpo. E io non riesco a dirle di no.
Inizia così per me un tempo di preparazione, per provare ad addentrarmi un po’di più nella scelta dei miei amici. Chiedono che il loro amore venga riconosciuto pubblicamente. Chiedono alla comunità di amici e familiari, e soprattutto allo Stato, di garantire e custodire la nascita della loro famiglia. Lo Stato…decido di lasciar parlare gli articoli del Codice Civile che sanciscono i matrimoni. Li ho ascoltati e riascoltati tremila volte, ma questa volta cerco di assaporarli e interrogarli. Che belli! Quanta sostanza! Quanto impegno richiesto agli sposi. Quanto riconoscimento. Mi appassionano, mi parlano di stabilità e di serietà.
Regalo ai miei amici un discorso che non so se verrà apprezzato, ma so che nasce da un dialogo con la nostra tradizione italiana, ed anche con la storia di loro sposi. Penso al nostro Stato un po’come ad un padre e lo descrivo così:
Ti immagino, Stato Italiano, un po’ come un genitore, che indica al proprio figlio la strada da seguire; perché il figlio ancora non sa, ancora non ha conosciuto. Non ha sempre chiaro dove debba appoggiare il suo piede, si può trovare confuso di fronte a un bivio, o non immagina che a volte la strada migliore da seguire sia quella in salita. Come voi, cari amici, che oggi ancora non sapete cosa sia il matrimonio.
Allora mi immagino lo Stato come qualcuno che vi dice: appoggiatevi a me, sposi, appoggiatevi alla mia stabilità. Fidatevi delle mie indicazioni, ho le spalle forti e le metto a vostra disposizione. Siate figli docili.
Auguro un felice matrimonio a chiunque intraprenda questa scelta: auguro di appoggiarla su spalle forti e piedi stabili.
Silvia C.
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