Lc 17,26-33
In quel tempo il Signore Gesù disse: “Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti.
Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva”.
Gli scenari apocalittici descritti in questa pagina del Vangelo, dove si parla di cataclismi, alluvioni, pioggia di fuoco e zolfo, subito ci fanno venire in mente i giorni drammatici che abbiamo vissuto tra marzo e aprile dell’anno scorso. Il panico e la paura erano i sentimenti dominanti ma c’era comunque chi continuava con la propria vita come se niente fosse. Arrivavano le notizie dai paesi nella bergamasca dove quasi la totalità degli abitanti moriva e questa pagina sembra la stessa descrizione.
Ma perché Gesù ci parla di morte, distruzione e desolazione? Perché è dentro un contesto così, dal quale tutti vorrebbero scappare, che si manifesta il Figlio dell’uomo. Non è così? I progetti più belli di inclusione, di creatività, di partecipazione, di riscatto sociale, nascono proprio nei contesti più disagiati, in quei quartieri o città dove nessuno vorrebbe andare a vivere.
Possiamo parafrasare con la celebra frase di Mulan: “Il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e più bello di tutti”.
Lasciamoci guidare e illuminare dall’esempio di tanti uomini e donne che di fronte alle necessità del momento in cui vivevano non hanno pensato a ciò di cui avevano bisogno, ma hanno saputo mettersi a servizio e ad essere generosi e creativi, come solo gli uomini e le donne illuminati dallo Spirito possono essere.
Non hanno avuto paura di ciò che sarebbe potuto accadergli ma hanno pensato al bene di cui c’era bisogno e a dare un piccolo sollievo a chi aveva perso tutto o non contava nulla. L’elenco è davvero lungo e ogni giorno andrebbe aggiornato! Non si sono voltati indietro, non hanno pensato di rimanere nella loro “comfort zone” ma hanno detto: eccomi, ci sto, sono disponibile, aiuto io, conta su di me!
Hanno “fatto centro”, tanto che di loro si continua a parlare e si continuerà a farlo per molto tempo.
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