La bellezza è negli occhi di chi contempla

ss. Gioacchino e Anna

ss. Gioacchino e Anna

Lc 9, 46-50

In quel tempo. Nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.

 

Allora il Signore Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».

 

 

Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato
Cosa significa accogliere un bambino nel nome di Gesù?

Io credo che tutti sappiano accogliere un bambino; chi non si lascia intenerire, non usa gentilezza, non ha voglia di accudire un piccolino?

Cosa ci chiede Gesù? Di andare oltre l’accoglienza che umanamente può scaturire da noi; ci chiede di stargli vicino, educarlo, essere giusti e nello stesso tempo tenaci con lui, insegnargli come é il mondo e come siamo chiamati a vivere: per un cristiano secondo le regole del Vangelo, mettendo gli altri al primo posto.

 

Quando vogliamo insegnare qualcosa ai nostri bambini ci prepariamo prima oppure cerchiamo qualcuno che lo sappia fare bene e li mandiamo a questo o a quel corso.
Quante volte ci siamo domandati se ai nostri ragazzi stiamo insegnando il Vangelo come si dovrebbe? Quanto ci teniamo a questa cosa?

Accompagno i miei ragazzi agli incontri di catechesi che vengono proposti e non posso che constatare quanto li lasciamo da soli in questo cammino di crescita. Siamo pronti a fare km per andare a vedere una partita di calcio, ma non siamo capaci di uscire una sera per un incontro proposto in chiesa a loro e ai genitori… quella sera siamo stanchi e troviamo mille scuse.

La discussione dei discepoli nasce ancora una volta pensando a chi é il più grande e intuiamo bene quali siano i criteri che adottano.
Gesù cambia i parametri: grande è colui che si fa piccolo, chi sa accogliere, chi é umile, chi ha pazienza, chi mette l’altro al primo posto ad iniziare dalle persone che ci sono più vicine, chi non pretende di sovrastare, di avere sempre ragione…

Vogliamo insegnare queste cose ai nostri ragazzi o le pretendiamo unicamente dagli altri? Facciamo del nostro meglio per dare loro l’esempio, li aiutiamo a comprendere perché Dio ci chiede questo?

Chi sa accogliere i più piccoli, non solo i bambini ma i più fragili, gli indifesi, gli ammalati, nel nome di Gesù, accoglie anche Dio, lo fa entrare nella propria vita. E far entrare Dio nella propria vita significa essere felici: ecco qui la bella notizia!
Comunichiamola al mondo!!

Dio Padre aiutami a pensare agli altri come ci hai mostrato donando tuo Figlio,

aiutami ad essere semplice come  Gesù lo è stato,

aiutami ad uscire da me stessa per lasciare spazio al tuo Spirito che lavorando in me può fare grandi cose. 

 

NB: un pensiero affettuoso a tutti i nonni, nella ricorrenza di ss. Gioacchino e Anna

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