Luca 18, 18-23
In quel tempo. Un notabile interrogò il Signore Gesù: «Maestro buono, che cosa devo fare per
avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli rispose: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se
non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare,
non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre”». Costui disse: «Tutte queste cose le ho
osservate fin dalla giovinezza». Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto
quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! Seguimi!». Ma quello,
udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco.
Un ottimo bravo giovane: di quel tipo di cui vorremmo veder pieni i nostri oratori.
Giovane, ma già “notabile” e benestante, anzi, ricco: ha un rilievo pubblico nella comunità ed è riconosciuto autorevole e forse è anche bravo imprenditore. E’ uno che sa analizzare le situazioni, che sa porsi obiettivi, che sa usare i mezzi giusti, che ottiene risultati senza rubare.
Ma non ha dentro di sè la gioia, anche se segue fedelmente ciò che ha imparato alla catechesi.
Percepisce chiaramente che non è dentro un percorso di “vita eterna”. E cerca una risposta da manuale: “cosa devo fare, io?”
E Gesù gli risponde: “cammina guardando me, dietro di me. Metti al centro della tua vita la mia Persona, non il tuo io.”
“E abbandona ciò che oggi ti dà sicurezza. Non sono i tuoi successi (il denaro, il potere, il fascino, la stima da parte degli altri, l’intelligenza, l’essere moralmente perfetto ….) ciò che ti salva. Sii ciò che sei: sei figlio di Dio. Questo ti chiedo di riconoscere.
Non accumulare giustizia per meritare il regno dei cieli, per meritare l’amore del Padre. L’amore non è meritato, è dono. Di tuo Padre”
Preghiera
Perché temere nei giorni tristi,
quando mi circonda la malizia dei perversi?
Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza.
Nessuno può riscattare se stesso,
o dare a Dio il suo prezzo.
Vedrà morire i sapienti;
lo stolto e l’insensato periranno insieme
e lasceranno ad altri le loro ricchezze.
Ma l’uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.
Questa è la sorte di chi confida in se stesso,
l’avvenire di chi si compiace nelle sue parole.
(dal Salmo 48-49)
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