Luca 6, 20a. 24-26
In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
“Ahimè quando di voi diranno bene tutti gli uomini”……”Ahimè, vi faccio le condoglianze… sento io il dolore per voi, perché voglio bene anche a voi, anche a te, e hai sbagliato vita”.
Normalmente noi diciamo bene di quelli che, in qualche modo, rappresentano il nostro ideale di persona realizzata.
E, questi, per il mondo, per tutti gli uomini, chi sono?
I benestanti, senza preoccupazioni economiche per il futuro;
i potenti, quelli che “pesano”, anche nella nostra comunità cristiana;
i gaudenti, sempre divertiti, e gli arroganti, sempre vincenti nelle situazioni della vita.
Ahimè per voi se fate così! Se queste sono le vostre aspirazioni.
Queste parole di Gesù progressivamente ci guariscono.
Queste parole hanno una potenza che ci tocca e ci sana.
E queste parole rifanno l’uomo nuovo, l’uomo libero, l’uomo che è figlio, l’uomo che è fratello, l’uomo che ha capito perché sta al mondo, l’uomo che è contento perché sa da dove viene e sa dove va.
Preghiera
Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Allora si diceva tra i popoli:
“Il Signore ha fatto grandi cose per loro”.
Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmati di gioia.
Chi semina nelle lacrime
mieterà con giubilo.
Nell’andare, se ne va e piange,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con giubilo,
portando i suoi covoni.
(dal Salmo 126)
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