Marco 8, 31-33
Il Signore Gesù cominciò a insegnare ai discepoli che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
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Il verbo “sgridare” ricorre frequentemente in questo brano. Era stato usato anche poco prima, quando Gesù aveva chiesto ai discepoli “voi chi dite che io sia?” e la risposta di Pietro era stata “Tu sei IL Cristo!”.
La risposta di Gesù era stata un rimprovero. Come mai? Ci sembra una risposta così giusta!
Gesù ce lo spiega.
Quale “Cristo” aveva in mente Pietro nella sua risposta? Probabilmente non uno che soffre e viene rifiutato. Difatti la risposta di Pietro non si fa attendere, ed è un rimprovero che sottintende un suo shock: pensava di aver capito, che avrebbe fatto parte di una rivoluzione che lo avrebbe portato al potere, avrebbe reso grandi lui e il popolo di Israele, e invece la sua visione viene improvvisamente e totalmente ribaltata.
Quante volte anche noi ci facciamo l’immagine di un Dio che risolva i nostri problemi, per poi avere uno shock quando realizziamo che Dio soffre, come noi, che è rifiutato?
Proprio così: prima di tutte le sue sofferenze, il Figlio dell’Uomo viene rifiutato, così il suo messaggio.
Dovrebbe farci riflettere per tutte le volte che vediamo un messaggio cristiano che ci sembra in sofferenza, non accettato dagli uomini e dal mondo, in ritirata. Questa situazione è un passaggio obbligato, Gesù stesso l’ha vissuta. In questo passaggio sembra volerci dire di non farci sorprendere o scoraggiare, ma che da qui si passa per la Sua Salvezza.
Rifletto sulle volte in cui mi sono fatto scoraggiare dal rifiuto percepito del messaggio cristiano
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