Giovanni 3,1-13
C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. Egli venne di notte da lui e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi segni miracolosi che tu fai, se Dio non è con lui».Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio».Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e
nascere?» Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: “Bisogna che nasciate di nuovo”.Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito».Nicodemo replicò e gli disse: «Come possono avvenire queste cose?» Gesù gli rispose: «Tu sei maestro d’Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo visto; ma voi non ricevete la nostra
testimonianza. Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come crederete se vi parlerò delle cose celesti? Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell’uomo.
#notte #vento #Nicodemo #Spirito
Ci sono, innanzitutto, due immagini che mi colpiscono alla prima lettura del brano: la notte e il vento.
La notte mi richiama a due pensieri: il tempo di decisioni importanti e lo spazio di intimità con il Signore.
La notte della propria esistenza indica, quindi, l’opportunità di saperla vivere con i suoi silenzi e con la capacità che ho di ascolto (di me stesso e di Dio): essendo un momento in cui tacciono gli
impegni, l’occasione di farsi abitare dalla pace e dalla quiete diventa davvero importante.
La notte della propria esistenza indica, quindi, l’opportunità di saperla vivere con i suoi silenzi e con la capacità che ho di ascolto (di me stesso e di Dio): essendo un momento in cui tacciono gli
impegni, l’occasione di farsi abitare dalla pace e dalla quiete diventa davvero importante.
Il vento, successivamente, mi richiama al fatto che non so da dove proviene, ma mi lascio ogni volta sorprendere e cullare dal suo arrivo; non so, poi, quando terminerà il suo moto e, infine, posso
cogliere la sua presenza dal suo rumore e dai suoi effetti.
cogliere la sua presenza dal suo rumore e dai suoi effetti.
Alla luce di queste prime riflessioni, mi soffermo sulla figura di Nicodemo: egli inizia un cammino di relazione con Gesù; si avvicina a lui, forse, per una sorta di curiosità, ma che lo porterà piano
piano ad uscire dalle proprie certezze rigide e prescritte fino a vivere una fede libera e liberante. Mi sembra di intravvedere un cuore inquieto che trova il suo porto sicuro nel momento in cui si
abbandona totalmente: questo atteggiamento mi richiama al fatto che possiamo trasformare i nostri limiti e le nostre ferite, solo se lasciamo agire l’azione dello Spirito.
piano ad uscire dalle proprie certezze rigide e prescritte fino a vivere una fede libera e liberante. Mi sembra di intravvedere un cuore inquieto che trova il suo porto sicuro nel momento in cui si
abbandona totalmente: questo atteggiamento mi richiama al fatto che possiamo trasformare i nostri limiti e le nostre ferite, solo se lasciamo agire l’azione dello Spirito.
* In che cosa mi assomiglia la figura di Nicodemo?
* Dove soffia il vento oggi per me?
* Nicodemo non si è accontentato delle sue sicurezze e posizioni, ma ha voluto incontrare Gesù: mi sembra, nella mia quotidianità, di mettermi in gioco in questo senso?
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
(Salmo 84)
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