La bellezza è negli occhi di chi contempla

Tredicesima domenica dopo Pentecoste

Tredicesima domenica dopo Pentecoste

Luca 7, 1b-10

Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. 
Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
 
Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono uomo sottoposto a un’autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all’uno: Va’ ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa».
 
All’udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
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Gesù ascolta e vede: ci troviamo di fronte ad un miracolo operato solo in base all’ascolto, addirittura mediato da altre persone che riportano a Lui la richiesta del centurione; Egli ascolta il dolore e interviene.
 
Lo sguardo del centurione sul servo e su Gesù è illuminato dall’amore e dall’umiltà; anche i giudei che fanno da mediatori tra lui e il Signore ne parlano come di un uomo buono: egli è degno perché ama con i fatti.
 

La fede germoglia e fiorisce in una terra abitata dall’amore“: la potenza della Parola di Gesù opera anche in sua assenza! 

 

Il centurione sa che quando si ha in cuore l’amore, la fede prende Vita: ed è quello a cui siamo chiamati a condividere anche noi.

 

Che tipo di fede mi abita e mi nutre?

– Quanto sono aperto a scoprire in coloro che hanno fatto altre scelte di vita rispetto alla mia, i valori che la persona possiede?

– Gesù si lascia interrogare e interpellare da tutte/i: ed io?

 

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi:
la mia eredità è stupenda.

  (Salmo 16)

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